Canonical chiude Unity: svanisce il sogno di convergenza tra mobile e desktop?

Ieri Canonical ha comunicato ufficialmente la chiusura del progetto Unity. In un post sul sito Ubuntu, il fondatore Mark Shuttleworth ha detto:

I’m writing to let you know that we will end our investment in Unity8, the phone and convergence shell. We will shift our default Ubuntu desktop back to GNOME for Ubuntu 18.04 LTS.

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Canonical abbandona il progetto Unity

La notizia ha creato notevoli dissapori nella community, ma è stata giustificata principalmente da motivi commerciali. Canonical ha cioè deciso di investire le proprie risorse altrove, sia perché attratta da scenari futuri differenti sia perché consapevole della difficoltà di far breccia in un mercato in cui iOS e Android sommati occupano circa il 99% degli smartphone. Viene così a mancare uno dei primi progetti di esperienza unificata tra desktop e mobile, la cui evoluzione negativa ricorda un po’ quella di Windows Continuum.

Windows Continuum non ha ottenuto i risultati sperati

Dopo una presentazione ricca di speranze con i Lumia 950 e 950 XL, gli utenti si sono scontrati con una bella idea non molto efficace. In parte per prestazioni non entusiasmanti, in parte per mancanza di ottimizzazione del sistema operativo e per la difficoltà di reperire app universali compatibili e di qualità. Alla fine il progetto Continuum non ha più fatto parlare di sé a seguito delle prime settimane di euforia. Più in generale è proprio Windows Mobile ad essere in seria difficoltà, tant’è che Microsoft si è messa anche a promuovere e vendere il Samsung S8 dotato dei propri servizi ed app. Si potrebbe dunque concludere che l’idea di un’esperienza d’uso unificata tra le due piattaforme sia fallimentare e che faccia bene Apple a mantenerle nettamente distinte. Credo però che questo sarebbe un gravissimo errore di valutazione, che, sono certo, a Cupertino non faranno.

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Apple continua a mantenere separati macOS ed iOS

I motivi che hanno portato Unity a fallire e Continuum a non avere il successo sperato, sono da ricercare nella loro diffusione in ambito mobile e nella realizzazione dei rispettivi progetti. Ma quando tanti si impegnano nel tentativo di creare qualcosa di simile, vuol dire che presto o tardi qualcuno ci riuscirà. Non è una legge senza eccezioni, come nessuna d’altronde, ma gran parte della fortuna di Apple è stata dovuta proprio alla capacità di realizzare quei prodotti che altri hanno provato a fare senza successo. E non c’è bisogno di ripescare esperienze storiche per accertarsene: l’ultimo esempio lampante è quello degli AirPods (recensione), arrivati dopo tantissimi auricolari completamente senza fili, sia di marche note che sconosciute, ma risultando quasi magici rispetto quelli.

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Samsung ci riprova con S8 e DeX

Quel che voglio dire è che nessuno mi toglie dalla testa l’idea che gli smartphone saranno l’unico computer della persona media di qui a qualche anno. Già lo sono ora in molte circostanze, ma gli manca quella comodità tipica dell’uso desktop, ancora fondamentale per realizzare comodamente documenti o lavorare su più applicazioni insieme. Il tablet si è rivelato incapace di questo, in parte per le limitazioni che Apple gli ha imposto, in parte perché non è la panacea di tutti i mali, ma già chi ne ha uno con Windows 10 riesce effettivamente a farci qualcosa in più in termini produttivi.

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Apple potrebbe ancora fare la differenza

Lo smartphone, invece, è qui ed è qui per rimanere, con potenze di calcolo sempre superiori e diversi vantaggi in termini di connettività offerti dalla nuova USB-C. Samsung stessa ci sta riprovando con l’S8 ed il suo DeX, ma io credo – e spero – che sarà ancora una volta Apple quella che realizzerà il sistema più funzionale. Con i tablet in calo e i PC ormai venduti solo a professionisti, gamers ed appassionati, lo smartphone si ritaglierà un ruolo ancor più importante di quello che ha oggi ed interpretare la prossima chiave evolutiva (che non sarà nelle cornici o un schermo curvo), rappresenterà la prossima gallina dalle uova d’oro. Mi rifiuto di pensare che ci sia qualcuno che non vorrebbe il proprio computer sempre in tasca ma senza le attuali limitazioni dovute alla sua forma ed alla tipologia di input. Immagino un futuro in cui si ha lo smartphone vicino a schermo, tastiera e mouse, senza cavi o con un basetta d’appoggio ad induzione, che poi si può prendere ed usare normalmente in mobilità, per poi riportarlo sulla scrivania di casa con una configurazione analoga.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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