Di sistemi operativi in difficoltà e promesse mancate, atto secondo

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Repetita iuvant, dicevano in latino. Ripetere aiuta. Sempre che non si ricada in un altro detto: errare humanum est, perseverare autem diabolicum. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Questo detto calza a pennello per la situazione di Microsoft, che a distanza di un anno dal mio primo peana in merito non solo non ha risolto i suoi problemi con Windows 10 Mobile, ma li ha amplificati.

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Nel preparare all’arrivo del Creators Update (sorvoliamo sulla pochezza di novità della variante Mobile) sui Lumia e su alcuni altri dispositivi non-Microsoft, l’azienda di Redmond ha usato una retorica già contestata nel 2016: sulla base di un supposto feedback negativo, vari modelli di Lumia sono stati ufficialmente tagliati fuori. L’unica concessione è per coloro che hanno partecipato al programma Insider, il contentino di poter continuare a utilizzare la build finale del CU e ricevere gli aggiornamenti cumulativi; il tutto sapendo comunque che non avranno supporto ufficiale da qui in avanti, a proprio rischio e pericolo. Lo stesso che successe già in occasione del rilascio originario di Windows 10 Mobile.

Avete fatto bene da cavie, il vostro telefono non è più valido, grazie e arrivederci

Come se commissionassi a una ditta la costruzione di una nuova casa e appena prima della consegna delle chiavi mi tirassi indietro. Forse a questo giro è ancor più grave dell’aver lasciato indietro i Lumia 520 o i 920, perché sono stati abbandonati modelli perfettamente in grado di eseguire il Creators Update come e meglio di altri più recenti. Per parole stesse di Microsoft, “non fornivamo la miglior esperienza possibile sui vecchi dispositivi”. Cosa che ci potrebbe stare, se non fosse che mi suscita quasi ilarità sapere che un Lumia 930 col suo Snapdragon 800 e i suoi 2 GB di RAM fornisce (secondo loro) un’esperienza d’uso peggiore dell’ancora supportato Lumia 640 con Snapdragon 400 e 1 GB di RAM. Ma possiamo confrontare quest’ultimo anche con un altro dei non più supportati: Lumia 830. Che SoC ha? Quanta RAM ha? Rispondo io: Snapdragon 400, 1 GB di RAM. Gli stessi del 640. A complicare la situazione ci pensa pure la probabile fine dell’app Upgrade Advisor, creando il paradosso che il Lumia 640 ha ancora supporto solo se già aggiornato a Windows 10 Mobile, altrimenti per chi ha mantenuto il suo su Windows Phone 8.1 dovrà tenersi tale versione. L’unica scappatoia, almeno finché Microsoft lo permetterà, è di entrare nel programma Insider e impostare il livello Release, ricevendo così solo le build stabili. (Aggiornamento: l’app è stata riattivata.)

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Quanto opinai a Microsoft nel precedente articolo, lo opino nuovamente ora. Non era meglio dirlo in anticipo che questi dispositivi non sarebbero stati più supportati? Perché non dire che l’impossibilità di dare la miglior esperienza possibile è in realtà la cessazione del supporto per anzianità? Non è una vergogna dirlo, Apple e Google lo fanno. Continuerei ad essere in disaccordo, così come lo sono con Google per la politica 2+1 (2 anni di rilasci maggiori, l’ultimo solo sicurezza), ma almeno comprenderei la ragione di fondo e apprezzerei la franchezza. Invece questa la trovo una presa in giro verso i possessori dei dispositivi tagliati fuori, che presenta pure conseguenze negative per il circuito Windows Insider. Magari è una reazione ironica, ma se si fosse davvero arrivati al punto di mettere feedback positivi solo per evitare tagli indiscriminati, quale senso ulteriore avrebbe il programma?

Fortuna vuole che questo giro l’abbia solo osservato e non subìto, come avvenuto invece alla precedente tornata. Nonostante avessi escluso ulteriori considerazioni verso Windows Phone/Mobile dopo quello scherzetto sul Lumia 520, a novembre decido di affiancare al Pixel (mi ricordo ancora quando nel 2015 incavolato con Android considerai lo switch proprio a WP, meno male ci ha pensato proprio Maurizio a rinsavirmi) un muletto secondario, che faccia da supporto in palestra per Spotify, disponga di Slack e mi permetta di dare un’occhiata alla casella di posta aziendale nell’ambito della politica BYOD (“bring your own device”, porta il tuo dispositivo) per coloro il cui ruolo non prevede un telefono dedicato. Essendomi precluso Android da policy, le scelte possibili sono iOS e Windows. Per risparmiare ho optato per un Lumia 650 ricondizionato. Il suo lavoro non l’ha svolto male, in questi pochi mesi. Ma l’hardware è ben poca senza il software. E lo stato di Windows 10 Mobile non ha avuto segni di miglioramento, anzi. Qualche settimana fa il primo colpo: Spotify cessa il supporto attivo per tale sistema, limitandosi solo ad eventuali bugfix. Già di per sé è un fatto che ha segnato il futuro del Lumia. Ho un account Family e il passaggio a Groove Music non è praticabile, dato che dal mio abbonamento dipende pure un’altra persona in casa. Finché l’app corrente funziona, però, ho pensato di poter preparare la transizione con più calma, una volta ammortizzato meglio l’investimento sul dispositivo (non sono uno che compra e vende, guardo l’uso a lungo termine).

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Ma Spotify era solo un assaggio di quanto sarebbe venuto a galla negli ultimi giorni, facendo affrettare la mia decisione di passare a un iPhone SE dopo il ponte del 1° maggio. Windows 10 Mobile sul ramo Insider ha iniziato a ricevere build separate dal resto dei dispositivi. Curiosa la giustificazione data da Microsoft a riguardo: per proseguire il perfezionamento di OneCore, la base unica per tutti i prodotti supportati dal sistema operativo. Separare per unire? Ha poco senso. La puzza di bruciato iniziava già a farsi sentire, ma ricordandomi di un’intervista di Dona Sarkar, che gestisce il programma Windows Insider, in cui alcune migliorie del Creators Update sarebbero arrivate più tardi su mobile ho ipotizzato volessero concludere il lavoro rimasto in sospeso prima di passare anche qui alla prossima fase, nome in codice Redstone 3. Il raffreddamento finale è arrivato dai tweet di due redattori di Windows Central, Zac Bowden e Dennis Bednarz:

Il tweet di Bowden è stato rimosso (parlava del nuovo ramo di sviluppo “feature2” come mera modalità manutenzione, in stile Windows Phone 7.8), dapprima sostituito da uno più politically correct e poi espanso con un articolo a 4 mani col caporedattore di Windows Central, Daniel Rubino, in cui spiega come Windows 10 Mobile non sia ancora da ritenersi morto, con la separazione delle build che potrebbe essere solo temporanea. Dal canto suo, invece, Bednarz ha ricevuto una tirata d’orecchi da parte del Senior Program Manager per il programma Insider, Brandon LeBlanc:

Anche se tutte le opzioni restano aperte, incluse quelle più positive, bisogna essere schietti. Considerata la condizione di Windows 10 Mobile, non meraviglierebbe proprio se alla fine si venisse a sapere o quantomeno capire (senza dichiarazioni ufficiali esplicite, in stile Windows RT) che sta effettivamente passando in modalità manutenzione. Se tale scenario si avverasse, i Lumia sarebbero morti del tutto, forse insieme a prodotti terzi come il top di gamma HP Elite x3. Prima degli ultimi sviluppi, si è già parlato di nuove tipologie di sforzi su smartphone, che deriveranno dal porting in corso dell’intero Windows su ARM e all’arrivo della nuova interfaccia scalare CShell, che consentiranno alla bisogna di utilizzare i telefoni come PC. Pensate all’attuale Continuum, ma potenziato all’ennesima, ancor meglio della modalità DeX del Galaxy S8. Solleticante, se non fosse che occorreranno almeno dispositivi con SoC Snapdragon 835 e si tratterà dell’ennesima ripartenza per la piattaforma.

Guardiamo infatti la cronistoria degli ultimi anni. 2010, arriva Windows Phone 7. Sistema nuovo di zecca e dispositivi con Windows Mobile 6.5 lasciati indietro. 2012, tocca a Windows Phone 8. Anche qui altra rivoluzione e i prodotti con WP7 finiscono nel dimenticatoio. 2015, Windows 10 Mobile. Di nuovo stravolgimenti e smartphone abbandonati. Con ottime probabilità a cavallo tra questo e il prossimo anno si assisterà allo stesso scenario. Windows 10 su ARM con CShell, ulteriore rivoluzione e tanti saluti al passato. La priorità è che ora Microsoft chiarisca al più presto le sue intenzioni, e la conferenza BUILD di maggio è l’occasione perfetta per farlo. Ma a prescindere dalla bontà tecnica di quanto presenteranno, come si farà ad avere nuovamente fiducia? In che modo gli OEM, gli sviluppatori e gli utenti finali potranno sentirsi sicuri a considerare futuri smartphone Windows? Che modo ha la piattaforma app universale di decollare davvero con questi continui tentativi? Forse Paul Thurrott non ha tutti i torti: per le app UWP sarebbe meglio andare a letto col nemico. Abbracciare Android e crearne una variante personalizzata coi servizi Microsoft, come già fatto da Amazon. Chissà che il Galaxy S8 Microsoft Edition non sia un primo approccio, commerciale prima che tecnico, verso tale idea.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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