Qualche giorno fa ho provato le Jabra Move e, a quanto ho capito, sono piaciute a molti. Mettendo da parte tutta la cianfrusaglieria di qualità pessima, non è facile trovare una cuffia Bluetooth decente sotto i 100€. E intendo una che ottenga almeno la sufficienza nei tre aspetti principali: qualità audio, ergonomia, estetica. Le Move rientrano nel quadro, per questo motivo si sono meritate le 4 stelle, ma c’è forse di meglio? L’offerta è davvero variegata, tutto sta nella capacità di scansare il fumo negli occhi e dirigere altrove il proprio sguardo.
Skullcandy non è un marchio molto noto in Italia, ma ha già una discreta nicchia di ammiratori. Dal 2003 ad oggi l’azienda ha portato sul mercato (per lo più statunitense) diversi dispositivi audio originali e con un rapporto qualità/prezzo invidiabile. Io ho provato le cuffie Grind Wireless, versione Bluetooth di quello che è stato il loro prodotto di punta per diverso tempo. E con “di punta” non intendo il migliore ma il più venduto ed apprezzato. La dotazione è un po’ scarna, con giusto l’essenziale di cui si può aver bisogno: cuffie, cavo audio e cavo miro USB per la ricarica. Niente sacca da trasporto, quindi, anche se non è un grave problema alla fine dei conti.
Chiarisco subito che vi sono tanti colori diversi e che io ho scelto questo verde/marrone per una serie di ragioni che includono il prezzo attualmente più basso rispetto agli altri e la volontà di differenziare ogni modello di cuffie che possiedo, anche per il colore. Le trovo gradevoli, ovviamente, ma se entriamo nel territorio del gusto tutto è lecito: c’è chi le amerà e chi le odierà. Comunque ci sono nere, bianche, blu, rosse, ecc.. tutte diverse anche nello schema cromaticamaticvo. Parlando invece di costruzione, direi che sembrano decisamente migliori di quanto il prezzo non suggerisca. L’archetto è in metallo con una buona imbottitura e rivestimento in pelle, padiglioni con struttura in plastica ed interno molto soffice e confortevole.
Oltre al verde e al marrone (loro lo chiamano senape, forse perché c’è anche un po’ di beige), viene indicato un terzo colore: rosa. In realtà questo è presente solo nel cavo che connette i due driver, con un tocco cromatico discutibile ma certamente brioso. Il filo non appare curato nella disposizione e forma come quello delle Jabra Move, però sembra resistente quanto basta. Il vero aspetto negativo che condividono entrambe queste cuffie è che non si ripiegano. Si possono ridurre un po’ nella dimensione per occupare poco, ma una bella cerniera avrebbe aiutato molto per poterle riporre comodamente e senza sprecare spazio.
Una particolarità è che per allargare le Grind Wireless non si deve far scorrere le due sezioni dell’archetto, ma i padiglioni alla loro base. Si noterà che l’area aperta per la slitta si trova in basso e non in alto, come avviene di solito. Questa scelta l’ho trovata discutibile perché risulta difficile effettuare una buona regolazione mentre si indossano. L’ideale sarebbe quello di tenere fermi i due padiglioni e tirare su o giù l’archetto dal centro sopra la testa, ma servirebbero tre mani. Comunque i piccoli aggiustamenti si riescono a fare e sono quelli che servono di più nel quotidiano.
Tutta l’area operativa è tutti disposta sul padiglione destro, dove vi sono anche la porta Micro USB e quella mini jack. L’autonomia dichiarata è di 12h ma io ne ho contate una decina. Non sono molte però non mi hanno mai lasciato a piedi, basta ricordarsi di caricarle con una buona frequenza. Se si esce di casa con la batteria carica è difficile che si porti a zero in un solo giorno, ma conviene avere con sé il cavo audio, perché con quello si possono usare anche senza batteria diventando quasi identiche alle Grind cablate.
C’è un microfono per le conversazioni telefoniche, ma la qualità mi ha un po’ deluso. I tre pulsanti sono ben collocati e comodi, con una forma caratteristica che è impossibile confondere sia visivamente che al tatto. Le pressioni prolungate eseguono anche dei comandi aggiuntivi, ad esempio per mandare avanti e indietro una traccia usando più e meno. Con un orecchio critico si potrebbe definire la qualità audio sufficiente, ma in questa fascia lo reputo un gran complimento. Le Grind Wireless hanno dei bassi adeguati, medi dignitosi ed alti puliti, il tutto con una definizione più che adeguata. In sostanza soddisfano abbondantemente l’utente medio e gratificano anche quello un po’ più esigente, se è consapevole che via Bluetooth e in questa fascia di prezzo non si può pretendere la Luna. Detto questo, per me sono risultate più che adeguate allo scopo, utilizzandole con Spotify, podcast e qualche film / serie TV, mi sono trovato benissimo.
Conclusione
Le Skullcandy Grind Wireless non sono il Santo Graal delle cuffie Bluetooth, ma è difficile non rimanerne colpiti. Invito chi non apprezzasse questo schema colori di guardarne anche altri, perché so che almeno uno piacerà. Tinte a parte, sono ben costruite e finite, comode sulle orecchie e pratiche da usare. A me dispiace davvero tanto che non si richiudano, per il resto non c’è molta da recriminare. Non dico che non ci siano altri aspetti migliorabili, ma non sono cose che danneggiano l’esperienza d’uso e di ascolto. I prezzi in Italia possono variare di momento in momento, ma oggi si comprano con circa 62€ su Amazon. L’aspetto suggerirebbe una spesa maggiore, ma la cosa più interessante è che l’audio è di classe superiore, arrivando senza problemi a competere con modelli che costano il doppio se non di più. Sono cuffie con un carattere forte, non tutti ci andranno d’accordo, ma il mio consiglio è di provarle.
PRO
Costruzione curata nel design e nei materiali
Padiglioni comodi
Semplici e pratiche da usare
Controlli intuitivi e ben disposti
Qualità audio davvero convincente
Tanti schemi cromatici a disposizione
Prezzo molto buono
CONTRO
Non si possono richiudere
Il sistema di allungamento è discutibile
In chiamata il microfono non è il massimo