Da Qualcomm il primo sensore d’impronte che funziona dietro lo schermo

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Una delle principali novità attese dagli utenti per il futuro iPhone è quella di uno schermo che copra l’intera superficie frontale. Non è ancora del tutto chiaro se soluzioni del genere risulteranno effettivamente comode e vincenti sul lungo periodo, ma sono quelle che stuzzicano di più il mercato oggi come oggi. Xiaomi è stata tra le prime con il Mi Mix, prodotto fin troppo futuristico, mentre LG ed ancora di più Samsung hanno portato sul mercato smartphone maturi e con cornici abbastanza ridotte.

Il Galaxy S8 possiede un display con cornici ridottissime

Ma senza un bordo sufficientemente largo non si può neanche avere un tasto frontale, problema che su Android si risolve facilmente passando a quelli virtuali. Apple, invece, ha già superato il pulsante home fisico e quello che vediamo su iPhone 7 è uno spazio inerme che potrebbe benissimo sparire per lasciar spazio ad una pressione diretta sullo schermo (che restituirebbe comunque la stessa “falsa” sensazione di pressione che sentiamo oggi grazie al Taptic Engine). Lo spazio circolare del Touch ID è in realtà utile per un altro scopo: il riconoscimento dell’impronta. Nei sensori stretti e larghi la risposta non è precisa come in quelli circolari e non avendo lo spazio davanti l’unica soluzione davvero percorribile è quella di metterli sul retro (a parte il tentativo “laterale” di Sony). Dalle numerose informazioni trapelate, siamo piuttosto certi che Apple abbia tentato strenuamente di risolvere il problema con un sensore biometrico capace di leggere l’impronta attraverso lo schermo. Gli ultimi report, però, ci dicono che non siano riusciti a farlo. È invece facile realizzare un sensore che funzioni da dietro il vetro: lo troviamo già in diversi smartphone in commercio e spiegherebbe perché negli schemi ipotetici del nuovo iPhone il sensore sia posizionato sul retro, che i rumor asseriscono sarà realizzato proprio con Gorilla Glass. Ma andrà davvero in questo modo?

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Da oggi la musica potrebbe cambiare perché Qualcomm ha annunciato la realizzazione di un sensore d’impronte digitali che funziona dietro vetro, metallo e persino display. È la prima azienda a presentare sul mercato una soluzione concreta a questo problema, anche se la commercializzazione non è prevista prima del 2018. Ci sono alcuni limiti però: il pannello non deve superare i 1200 µm, cosa che escluderebbe i normali LCD e renderebbe obbligatoria l’adozione di OLED. Qualcomm è nota prevalentemente per i suoi Snapdragon, che equipaggiano la maggioranza degli smartphone Android, per cui quella dei sensori rappresenta una nuova sfida. Per ora hanno dimostrato che la cosa è fattibile e possiamo star certi che prenderà piede rapidamente l’anno prossimo, ma cosa farà Apple? L’azienda di Cupertino non sembra essere molto interessata agli OLED, scommettendo sul micro-LED. Il risultato di Qualcomm potrebbe portarli ad intensificare la ricerca su un sensore simile, ma sarebbe ormai troppo tardi per l’iPhone in arrivo tra pochi mesi. Tuttavia c’è un’altra possibilità da non sottovalutare, ovvero che Apple abbia già realizzato qualcosa di simile e che sia riuscita a tenere la tecnologia sotto chiave per svelarla in esclusiva al prossimo keynote.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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