Hi iOS 11: il buono, il brutto, il cattivo (per me)

L’attesa della WWDC è finita, ci siamo abbuffati e stiamo piano piano digerendo le novità. I due contendenti al titolo virtuale dei migliori protagonisti del keynote di lunedì secondo me sono l’iMac Pro e iOS 11. Potrei anche eleggerli ex aequo, sono state le parti più entusiasmanti. Tuttavia, iOS 11 è un discorso più a breve termine da affrontare, visto che ha iniziato il suo percorso Beta, in marcia verso il consueto rilascio settembrino. Una release grossa, che ha profondamente cambiato il sistema operativo mobile di Apple, come credo non avvenisse dai tempi di iOS 7. Intendiamoci, non è che 8, 9 e 10 siano state versioni da buttare, ma la portata dei cambiamenti dell’undicesimo rilascio si estende non solo alle funzionalità. Design, esperienza d’uso, fondamenta: pressoché ogni aspetto è stato toccato, con effetti a lungo termine.

In questa mia analisi a mente fredda voglio toccare tre punti specifici di quanto rilasciato, con una premessa. Non ho ancora provato iOS 11, essendo in mezzo a una transizione. Sto infatti per scombussolare nuovamente il mio parco dispositivi, cedendo l’iPad mini 4 in favore di un iPhone, probabilmente SE, che agirà da muletto prendendo il posto dell’attuale Lumia 650. Cercherò di non giudicarle strettamente sul piano operativo, bensì sul loro prossimo impatto estetico e funzionale per i dispositivi. Come formula base per i tre punti ho scelto il titolo di un film (nonché di una persona che conosco, e che spero non se la prenda a male per il prestito di idea), “Il buono, il brutto, il cattivo”.

Il buono

Chi ha un iPad, specialmente dall’Air 2 in poi, non potrà che godere di iOS 11. La quantità di migliorie apportate è tale da soddisfare quasi tutte le aspettative, fatta eccezione per la multiutenza ancora assente (ma lì si entra nelle scuole di pensiero, tra chi la ritiene indispensabile in usi ibridi lavorativi/familiari e chi invece sostiene come l’iPad sia un dispositivo strettamente personale che non necessiti il supporto per più utenti). La presenza del Dock in stile Mac, abbinata al nuovo task switcher, aumenta in modo netto la produttività potenziale del dispositivo. Non bisogna trascurare poi l’uso delle già presenti visuali Slide Over e Split View, migliorate ulteriormente grazie alla possibilità di sfruttare addirittura fino a tre app contemporaneamente (due in Split View e una in Slide Over).

Altre migliorie molto gradite sono l’introduzione del drag and drop, che fa acquisire ancor più senso all’uso di applicazioni in Split View, e del gestore file. Non è il Finder, ma ci si avvicina parecchio e soprattutto non è confinata al solo iCloud Drive. Può diventare infatti l’hub centrale di un vasto numero di servizi cloud, incluso quello proveniente dall’acerrima rivale, Google Drive. Mosse attese da parecchio e doverose, al fine di dimostrare che l’iPad può davvero anelare a sostituire un PC. Rimangono ancora dei passi da fare (sembra che File ancora non sia in grado di gestire supporti esterni o di rete, per esempio), tuttavia la strada è finalmente quella giusta.

Ottima strada anche quella imboccata da varie applicazioni, come Foto e Note, che ricevono ad ogni rilascio delle importanti migliorie. Un ruolo fondamentale, specialmente per l’ambito fotografico, lo sta svolgendo l’intelligenza artificiale. La sua importanza non è stata colta solo da Apple, anche Google la sfrutta in modo massiccio e continua a mostrare gustose innovazioni. Sarà uno sviluppo fondamentale al fine di spingere sempre più su l’asticella di ciò che le app sono in grado di fare. Simile discorso vale per il VR, ambito in cui la mela non ha ancora un dispositivo dedicato ma è già in grado di sfruttare quelli esistenti, preparando insieme agli sviluppatori terzi il terreno per la fase successiva.

Più in generale, iOS 11 ha mostrato che Apple sa ascoltare gli utenti e agire in accordo alle loro esigenze. Lo si nota pure in piccole features come quella che permette di rivolgere le domande a Siri in modo testuale, così come già avviene su altre piattaforme. Si denota poi una decisa sterzata nel design, amplificando quei cambiamenti che già iOS 10 aveva anticipato e portando il sistema verso una nuova direzione. Vedremo nei prossimi tempi come si completerà la transizione di stile, sperando nel frattempo vengano affinati alcuni elementi.

Il brutto

Sarà comodo perché su una singola pagina, da organizzare a proprio piacimento, ma il nuovo Control Center trovo abbia un aspetto che, traducendo un modo di dire degli anglosassoni, solo una mamma può amare. La mamma in questo caso è il mammo, ovvero Jonathan Ive. Non voglio mettermi da dilettante in materia a discutere di design con uno che lo fa di professione da decenni, però mi sembra quasi di rivedere dei vecchi telecomandi coi tastoni leggermente arrotondati, piuttosto che un software moderno. Credo bastasse migliorare sul piano funzionale quello di iOS 10, senza intaccarne troppo pure l’aspetto.

Metto poi nella parte brutta, anche se di fatto inevitabile, l’abbandono degli iDevice a 32-bit. Creerà sicuramente dispiacere ai loro possessori, ma si tratta di prodotti rilasciati 5 anni fa e non poteva durare per sempre. Avrebbero meritato un altro giro? Forse sì, forse no; nel primo caso sarebbe stato utile soprattutto a far terminare loro la transizione estetica che iOS 10 aveva avviato e che 11 sta proseguendo. Ma anche lì, la storia non deponeva comunque a loro favore. L’iPhone 4 è stato lasciato ad iOS 7.1, che presentava ancora vari elementi grezzi sistemati nell’ottava versione. Dal canto suo, dicendo addio ai 32-bit il sistema operativo potrà beneficiare di maggiori ottimizzazioni e minori ridondanze dietro le quinte, che erano dovute al supporto parallelo di due architetture.

Il cattivo

Tornando a parlare di estetica, Apple sta estendendo sempre a più app i grandi titoli in grassetto che già da parecchio contraddistinguono Musica. Quasi ogni parte del sistema è stata coinvolta da questo cambiamento, incluse le Impostazioni. Sul piano estetico, quando per la prima volta ho visto con iOS 10 questi titoloni non ne ero proprio entusiasta. Ora ci ho fatto più l’occhio, non fosse altro per questa volontà da parte di Apple di dare una maggiore uniformità al sistema. C’è però un problema: Ive ha pensato ai dispositivi da 4″?

Sono tutt’altro che pochi, parliamo di iPhone 5s, SE e iPod touch di sesta generazione. Tutti questi sono usati da milioni di persone in tutto il mondo, anche per preferenze personali di maggiore compattezza del terminale (d’altronde, l’iPhone SE era nato proprio allo scopo, per andare incontro alle loro esigenze con un prodotto più aggiornato). Mi è capitato di vedere screenshot e video dove si vede iOS 11 in azione su 5s/SE e l’area occupata da tali elementi testuali è tutt’altro che indifferente. Una rimozione di prezioso spazio a schermo, poco giustificabile guardandola sul piano prettamente estetico. La speranza è che le prossime Beta, da qui alla build definitiva, apportino correttivi in tal senso, volti a gratificare e non punire con la nuova versione gli utenti di iPhone da 4″.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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