Adobe si lascia sfuggire Nimbus, una sorta di Lightroom Elements in salsa Cloud

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Lightroom è croce e delizia per una grandissima quantità di fotografi. Oggi ci sono diverse alternative ma sono pochi quelli che riescono a staccarsi dal software di Adobe dopo averlo integrato nel proprio workflow. Oltre ad essere sempre aggiornato per il supporto dei nuovi modelli di fotocamere e possedere un grandissimo database di correzioni lenti, è uno strumento comodissimo per la gestione di grossi cataloghi, lo sviluppo e persino la creazione di fotolibri. Tuttavia ha diverse pecche allo stato attuale, una delle quali è la crescente lentezza mano a mano che vengono integrate nuove funzioni. Inoltre è dimostrato che software alternativi riescano spesso a fornire risultati migliori in termini cromatici e la gestione dei sensori X-Trans di Fuji è ancora piuttosto acerba. Ma uno dei punti su cui Adobe è più interessata a migliorare è un altro:

portare il lavoro del fotografo ovunque

Già da qualche tempo è stata introdotta la possibilità di creare una libreria condivisa per gli utenti della Creative Cloud, che possono così portare una piccola porzione di immagini da sviluppare nell’app per iPad tramite Cloud. Il prossimo passo in questa direzione si chiama Nimbus, un progetto che è stato annunciato lo scorso anno.

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Se ne torna a parlare oggi a causa di un involontario leak di Adobe, che ha reso l’app scaricabile per alcuni utenti Creative Cloud pur non essendo ancora stata rilasciata. A condividere le informazioni è il sito francese Mac Generation che ha installato Nimbus e pubblicato una carrellata di immagini.

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Sebbene sia ancora etichettata come a solo uso interno, l’app sembra già piuttosto avanti nello sviluppo e potrebbe quindi essere vicina una versione definitiva. Nimbus si presenta come una versione semplificata di Lightroom in cui non ci sono le varie sezioni (Libreria, Sviluppo, ecc..) ma le funzioni principali sono incluse in una schermata unica. Assomiglia moltissimo alla versione per iPad e meno a quella desktop tradizionale, mantenendo una vocazione decisamente più cloud. Per questo motivo lo storage dei sottoscrittori sembra che verrà scalato da 20GB ad 1TB e vi sono anche delle funzionalità più smart come quella della generazione automatica delle keyword, realizzate in seguito all’analisi delle foto e già pronte anche per i siti di microstock.

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Personalmente non apprezzo molto questo percorso anche se magari è quello giusto. Vorremmo sempre che la completezza dei software desktop fosse disponibile in mobilità, ma Apple ci ha già dimostrato con i sistemi operativi per tablet che le cose funzionano meglio se il tutto è ideato appositamente per loro e per l’uso con le dita. Mi sfugge la necessità di un’app desktop impoverita, dal momento che le librerie nel cloud si possono gestire anche da Lightroom, però è vero che l’attuale implementazione fa acqua da tutte le parti. Vedremo dove ci porterà questa evoluzione, potrebbe anche darsi che le funzioni cloud verranno eliminate da Lightroom o che Nimbus ne diventi una sorta di versione Elements, simile a quelle già presenti per Photoshop e Premiere.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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