L’iMac del 2017 è molto più aggiornabile: ecco come passare dal base al top risparmiando 2000€

Quanto dura un computer? Non sono la persona più adatta per rispondere a questa domanda, dal momento che tendo ad avere un ciclo di rinnovo piuttosto rapido, ma l’iMac 21,5″ del 2011 che ho venduto l’anno scorso aveva 5 anni di vita ed andava ancora come un treno. Anzi, andava meglio di quando l’ho comprato visto che, con il passare del tempo, ho installato un SSD e 24GB di RAM. Questi sono due degli upgrade più frequenti che si facevano sui computer fino a qualche anno fa, sia sui PC che sui Mac, portatili e desktop. Gli ultimi offrono una maggiore flessibilità per via degli spazi in gioco ma negli all-in-one di Cupertino la tendenza ad utilizzare dischi con connessione proprietaria e a saldare i componenti ha reso le cose molto più complicate. Anche la semplice operazione di apertura tramite rimozione del vetro frontale prima era una cosa fattibile con un paio di ventose ed un cacciavite, per altro senza lasciare tracce di “intromissione”, mentre dai modelli più sottili e bombati si deve scollare e reincollare. A questo si aggiunge il problema di scarsa reperibilità dei dischi usati da Apple, che non sono i tradizionali PCIe NVMe che usa il resto del mercato, il fatto che sia sparito lo sportellino della RAM sul modello da 21,5″ e che, ovviamente, la CPU sia saldata… almeno prima del 2017.

L’ultimo aggiornamento degli iMac non ha portato solo Intel Kaby Lake e le ultime GPU di AMD ma anche un ritrovato senso di aggiornabilità. Lo definisco così perché, almeno per ora, non è più di quello. Qualsiasi operazione che si faccia aprendo il computer va infatti ad invalidarne la garanzia, cosa che non è propriamente consigliabile visto il suo valore. Ciò non toglie che ci sia un grande vantaggio, ovvero quello di poter effettuare degli upgrade dopo i primi due anni, che è poi un momento potenzialmente ideale per cose di questo tipo. Il teardown che iFixit ha realizzato dei nuovi iMac ha mostrato che anche su modello da 21,5″ ora si può cambiare la RAM, pur senza avere lo sportellino come sul 27″ e dovendo quindi smontare lo schermo. Ancora più interessante, però, è che la CPU non è saldata ma è installata su un normale socket LGA 1151.

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In sostanza acquistando il modello base, l’utente potrà poi aggiornare la CPU con la più potente per LGA 1151 (basate su chipset della serie 200) senza alcun problema, come si farebbe su un normale assemblato. Certo si dovrà aprire il computer ed invalidare la garanzia, per cui converrà attenderne la naturale scadenza, ma è una novità molto gradita che potrebbe dare una longevità ancora superiore agli iMac. Non corriamo a lodare Apple, però, in quanto l’ipotesi più accreditata è che la sua scelta sia stata obbligata dall’indisponibilità delle configurazioni saldate degli Intel Core di settima generazione. Comunque sia, motivazioni e garanzie a parte, oggi è possibile comprare un iMac base e poi aggiungere RAM, un SSD/HDD e perfino sostituire la CPU. Non è una cosa alla portata di tutti, questo va detto, ma a stimolarci ci pensa il prezzo. Per passare dall’iMac 27″ base a quello più pompato, il listino Apple va da 2199€ a ben 6299€. Avete capito bene: 4100€ di differenza. Facendo tutto da sé si risparmiano 2000€ e si hanno anche i componenti “residui” da poter riutilizzare o rivendere. Purtroppo non si può fare niente per la GPU, essendo una soluzione altamente customizzata, ma può aver senso comunque o magari si può partire dalla configurazione con la Radeon Pro 580 a 2699€ e poi cambiare il resto. Uno YouTuber ha voluto provare il tutto sulla propria pelle ed ha pubblicato un interessante video che dimostra tutto il procedimento con i dettagli necessari.

Di sicuro prendere la RAM da Apple non conviene, questo si sa dalla notte dei tempi, soprattutto sull’iMac 27″ dove si può cambiare in un attimo. Aggiungere un SSD da 2TB interno è una buona idea e con il Crucial MX300 si spende relativamente poco, però in alcuni casi può andar bene anche un HDD meccanico in aggiunta a quello che già ci dà Apple come startup (che io consiglio sempre e comunque in forma di SSD puro e mai con il Fusion Drive). La scelta dell’i7-7700K può sembrare insensata visto che da Mac non potremo certo overcloccarla, ma in realtà è la cosa migliore visto che queste versioni sbloccate resistono meglio a temperature più elevate e si dà quindi maggior spazio di manovra al sistema senza rischi (ricordo che qui c’è una singola ventola per tutto…). Rimane l’impossibilità di cambio della GPU, ma per alcuni può essere anche una cosa positiva. I soldi risparmiati in fase di acquisto si possono investire per un case esterno Thunderbolt, visto che con macOS High Sierra le eGPU saranno finalmente supportate in forma nativa (si parla sempre di AMD, ma volendo si fanno girare anche quelle NVIDIA). Insomma, un esperimento interessante che dimostra che questi iMac 2017 potrebbero essere tra i più longevi di sempre, sia perché ormai questo progetto è altamente consolidato e sia perché ci si può mettere mani quanto, se non più, che in passato.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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