Novità in casa Android Wear, alle estremità del mercato

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L’ho già detto in altre occasioni e lo ripeto: Google deve dare più attenzioni ad Android Wear. In aggiunta a un sistema operativo promettente ma non ancora maturo, si sono aggiunti alcuni scivoloni che hanno coinvolto gli OEM e dovrebbe far rivedere a Big G la filiera degli aggiornamenti per non rischiare di rivedere uno scenario già visto sugli smartphone. Mi riferisco in particolare Asus che ha rinviato per mesi Android Wear 2.0 sullo ZenWatch 3, per la mia grande gioia da possessore nel vedere uno degli ultimi modelli con SoC Snapdragon Wear 2100 al palo mentre in casa c’era chi con un ben più vecchio LG Watch Urbane di prima generazione aveva già ricevuto l’update… L’azienda taiwanese aveva promesso a Wareable l’inizio del rilascio per l’11 luglio, cioè ieri, e il profilo ufficiale tedesco su Twitter l’ha riconfermato.

Mentre spero in bene, non posso non notare quanto fa male Big G a dare ad Android Wear un supporto blando: se i player più tecnologici hanno dimostrato una certa disaffezione, si assiste a un loro rimpiazzo da parte dei marchi tradizionalmente legati alla moda. Abbiamo visto Tag Heuer e Montblanc, ma ce ne sono tanti altri: Fossil e Movado da soli portano un gran numero di marchi nell’arena (da una parte abbiamo la stessa Fossil, insieme a Emporio Armani, Michael Kors e Misfit; dall’altra ci sono invece Movado, Hugo Boss e Tommy Hilfiger). Con un futuro avvento di Swarovski già preannunciato, nelle scorse ore a farsi avanti ci ha pensato Louis Vuitton.

Considerato il brand, non parliamo certo di un prodotto di massa, ci si attesta nella stessa area di Tag Heuer. Il Tambour Horizon riprende in gran parte l’estetica della serie tradizionale già esistente, a cui ha applicato uno schermo AMOLED 390×390 protetto da vetro zaffiro, SoC Qualcomm Snapdragon 2100 e ovviamente Android Wear 2.0. La cassa è in acciaio inossidabile, da 42 mm e con impermeabilità garantita fino a 30 metri; il cinturino è intercambiabile con altri, ma apparentemente dispone di un formato proprietario di attacco. Come già visto in altre occasioni, Google non lascia molti margini di personalizzazione al sistema, pertanto gli interventi di Louis Vuitton si limitano a quadranti esclusivi e alcune app aggiuntive. Con un uso medio viene dichiarata un’autonomia di 22 ore, mentre la ricarica si effettua sull’apposita base magnetica. La connettività è garantita da Bluetooth e Wi-Fi. Per il resto non vi sono altre caratteristiche tecnologiche di rilievo da menzionare, si tratta di modelli che badano soprattutto al design. E al prezzo: 6 le varianti a disposizione, oscillanti tra i 2.300 e i 2.800 € a seconda della configurazione estetica scelta. Quella visibile sopra è proprio la più costosa.

Da un estremo all’altro, o forse i sostenitori del Louis Vuitton discusso sopra potrebbero dire dal sacro al profano. Ci spostiamo nettamente di fascia di prezzo, passando a quella più bassa. L’azienda cinese Mobvoi ha infatti presentato su Kickstarter i suoi nuovi Ticwatch S ed E. Rispetto al precedente smartwatch di loro produzione, la loro variante personalizzata di Android viene abbandonata a favore di quella regolare Google. Le lettere permettono di distinguerli nel loro orientamento d’uso: S è per abbreviare Sport, mentre E per Express. Un po’ come quanto si è visto di recente nei casi di LG e Huawei, e pur con le dovute distinzioni del caso, si conferma ancora la tendenza a una strategia duale. Al di là dell’aspetto economico, ci troviamo davanti a dispositivi certificati IP67 e per nulla privi di funzionalità avanzate: entrambi dispongono di schermo OLED da 1,44″, microfono, rilevamento del battito cardiaco e GPS. L’unica vera differenza tra i due modelli è nella possibilità di cambiare cinturino per il Ticwatch E. I prezzi sono rispettivamente di $159 per il modello E e $199 per S, con consistenti sconti se si decide di supportare la campagna fondi su Kickstarter. Che in poche ore si è già rivelata un successo: dei $100.000 richiesti inizialmente, sono già arrivati a quota $500.000 e hanno oltre un mese di campagna ancora davanti. Tanto di cappello a Mobvoi per i risultati che sta ottenendo!

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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