Il detto dice: chi più spende, meno spende. Un apparente controsenso da pronunciare, ma il senso che suggerisce è di un buon investimento iniziale per poi raccoglierne i frutti. Per un’azienda, il discorso credo si applichi soprattutto sul versante ricerca e sviluppo: investendovi bene denaro e risorse, aumentano le probabilità di un prodotto riuscito da cui trarre guadagni. Stranamente, qui Apple è stata sinora meno spendacciona di quanto sembrasse, mentre altre realtà hanno sostenuto costi R&D più cospicui. Un report del Wall Street Journal cambia però questa prospettiva.
Dai dati finanziari di pochi giorni fa, emerge che nell’ultimo trimestre le spese per la ricerca sono aumentate nettamente, con un +15% rispetto il medesimo trimestre del 2016. In un anno la mela ha sborsato nell’ambito 11,2 miliardi di $. Una cifra astronomica, detta così, ma si tratta “solo” del 5% dei ricavi annui, contro rivali che arrivano addirittura a reinvestirne oltre il 22,5%, come Qualcomm. C’è comunque un altro dato positivo interessante da questa avanzata: con le dovute proporzioni tra i due diversi periodi, il WSJ afferma che si è tornati a ritmi di spesa simili a quelli antecedenti il primo iPhone. Un buon indizio per l’arrivo di futuri prodotti. Sulla realtà aumentata? Sulla guida autonoma? Tutte le opzioni sono sul tavolo…
Apple’s R&D bill jumped, but it still lags behind big tech peers https://t.co/GLymLKBwBG
— WSJ Tech (@WSJTech) 9 agosto 2017