iPhone X come lo vedo io: il keynote… a tiepido

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Davvero un Keynote emozionante quello di ieri… beh, almeno nei primi 5 minuti. Il ricordo di Steve Jobs ha fatto tremare la voce di un Tim Cook che, con gli occhioni lucidi, ha ripercorso alcune tappe storiche a partire dal primo iPhone del 2007. Cambiamenti epocali non solo per la tecnologia e che hanno avuto origine da un’azienda, ma il tributo principale è andato all‘uomo ed è stato espresso con le parole “Steve was a genius”.

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Un altro momento emozionante io l’ho vissuto più avanti, quando il mio nuovo e fiammante iMac 5K 2017, usato per la diretta #SaggioMela, ha deciso di bloccarsi inesorabilmente costringendomi al riavvio. Un #EpicFail gustosamente amaro: un Mac si pianta mentre sbocciano tre nuovi iPhone. Sono loro i protagonisti assoluti dell’evento settembrino, ma i leak di quest’anno hanno superato ogni limite della decenza. Potreste dirci che non avremmo dovuto pubblicarli, ma in realtà mettere la testa sotto la sabbia non ha mai aiutato nessuno, dopotutto ne hanno parlato anche i media generalisti, per cui abbiamo preferito fare il nostro dovere senza lamentarci. Voglio iniziare dalla fine, dal nuovo, dall’elemento che ha in sé il dovere di celebrare il decennale ed essere la base su cui si svilupperà un nuovo percorso di sviluppo: l’iPhone X.

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Il futuro può cominciare… tra un paio di mesi

Il futuro può cominciare, dice Apple. Ma dovremo aspettare novembre per farlo, visto che il 22 settembre saranno disponibili solo gli 8 ed 8 Plus. Era stata prevista anche questa situazione dei rumor, però ci avevano creduto in pochi. Tutti a ripetere: si dice così ogni anno e poi… X come Ten, ricordiamolo, per cui due numeri dopo l’8 presentato nello stesso giorno. Ma evitiamo di accapigliarci su queste cose, tanto sui nomi Apple è abituata ad aggrovigliarsi nella confusione, alla ricerca di un ordine apparentemente irraggiungibile. Vai a capire se il prossimo sarà XI in numeri romani oppure un pessimo X2 (che sarebbe stato valido solo se la X fosse stata una ics perché TEN TWO non mi pare sensato). L’ipotesi di far sparire il “progresso” nel nome commerciale (in stile Mac) non è proponibile per un prodotto consumer di così larga diffusione, che l’uomo della strada deve poter identificare facilmente, per cui qualcosa si inventeranno. Sarà forse l’ora di vedere nomi esotici anche sui terminali? Alla stregua dei sistemi operativi per Mac intendo… un iPhone X “qualcosa” che richiami la serie di felini del primo OS X o dei luoghi della California dell’attuale macOS.

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A parte la questione dei nomi, va sottolineata questa situazione inedita in cui si presentano insieme due linee di iPhone distinte. Non varianti, come 6 e 6 Plus, ma prodotti completamente differenti. Vi dico come la vedo io, evitando anche il condizionale (tanto nessuno può confutarmi al di fuori di Apple, per il momento). Scherzi a parte – a volte mi mancano le emoticon quando scrivo e la cosa mi preoccupa – mi sembra che la situazione sia piuttosto palese e che trovi conferma anche nella storicità della linea Mac.

L’iPhone X è il primo in cui si cambia drasticamente l’esperienza d’uso dal 2007

l’unico in cui non c’è quel tasto home così semplice e chiaro, che ne ha reso la comprensione immediata anche a neonati ed anziani. È un cambiamento forte di cui Apple può anche essere sicurissima dopo mesi, persino anni di test interni, ma che solo noi utenti potremo promuovere o bocciare. E quando dico noi, in realtà, intendo dire gli altri. Non quelli nel purgatorio di Lost, non quelli che scrivono o leggono SaggiaMente ma quelli che vedranno questo smartphone in qualche vetrina e faticheranno a capire che è un iPhone… per la prima volta dopo 10 anni. Guardate che non è una cosa da poco. Lasciate stare lo sblocco Face ID che funzionerà bene e non vi farà rimpiangere il Touch ID: questo iPhone X non può arrivare comunque allo stesso bacino di utenza. Non lo può fare perché è nuovo, più complesso, avanzato e costoso. In Apple sapevano fin da subito che avrebbero mantenuto in vita anche la precedente linea, c’è poco da fare. Per questo hanno iniziato con una sola dimensione e soli due colori e con il tempo li aumenteranno e magari faranno anche una versione X Plus. Non dite di no o che sarebbe troppo grande, alla fine avete visto come è andata nel passaggio dal 5s da 4″ al 6 Plus da 5,5″ nell’arco di 12 mesi. E l’attuale X è più piccolo del Plus in termini di ingombro, per cui si può fare e quasi sicuramente si farà (ma attualmente non c’è Reachability, servirà una soluzione).

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Le dimensioni dei nuovi iPhone a confronto… c’è spazio per un iPhone X Plus

La disamina tecnica del prodotto l’abbiamo già fatta a caldo e con il tempo avremo modo di pubblicare anche delle informazioni ed opinioni a freddo, ora mi limito a mediare tra le due cose, muovendomi in un territorio decisamente più tiepido rispetto a ieri sera. Nelle situazioni in cui quelle orecchie a lato dello schermo non sono visibili, l’iPhone X mi piace molto (la camera in verticale non mi disturba affatto). Per mitigarle nella home e nella lockscreen, basterà usare uno sfondo nero in alto, ma Apple ci ha tenuto a fare il contrario mettendole in mostra. Ho già detto come la penso sulla questione: ritengo che vogliano farci abituare così tanto a quella particolarissima lunetta fino a riconoscerla e ad apprezzarla istintivamente. Non so se ci riusciranno, ma le potenzialità dovute alla forte influenza del marchio sull’immaginario collettivo ci sono tutte. Forse è solo questione di tempo. Personalmente non mi piaceva prima dei leak e non mi piace ora (13 settembre 2017 alle ore 13:31), ma comprendo la strategia di base. Gli altri produttori che hanno puntato a ridurre le cornici lo hanno fatto con soluzioni più digeribili e scontate, mentre a Cupertino hanno voluto fare gli estrosi. E quando un design si presenta così in rottura con gli schemi acquisiti ci si prende un rischio. Magari ci ritroveremo a dire quanto è brutta quella roba lì anche tra due anni, all’epoca dell’iPhone XXX (ovviamente RED), oppure diventerà davvero l’elemento di riconoscimento che l’assenza del tasto home avrebbe fatto definitivamente perdere (come ho già detto in un precedente articolo).

Il giovane sarà sempre meno esperto dell’anziano, eppure è destinato a prendere il suo posto.

È un nuovo inizio e, se ben concepito, deve contenerli questi elementi di rischio. Spesso significa anche perdere un qualcosa rispetto alla maturità ottenuta dai vecchi esemplari, ma non può essere questo a fermare l’evoluzione. Pare che oltre a Reachability manchi anche la modalità di visualizzazione Split View in orizzontale, che uso spesso su iPhone Plus, e quella lunetta disturba non poco le app e i giochi attuali (vedremo le linee guida sulle UI a cosa porteranno), ma almeno per i filmati si può passare dalla visione estesa a quella 16:9 con un doppio tocco. Per il Face ID e la sua sicurezza, c’è chi si lamenta del fatto che si potrà sbloccare un iPhone X puntandolo in faccia al proprietario, ma a me sembra più difficile costringerci ad aprire gli occhi e puntare lo sguardo in direzione dello smartphone (altrimenti ciccia..) che non portare il dito sul Touch ID. Non so, magari mi sbaglio, ditemi un po’ voi.

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Di certo non esiste nessun sistema di riconoscimento facciale equiparabile negli smartphone (direi anche altrove, con eccezione del mondo militare) e le prime prove viste in giro sono davvero molto positive. iPhone X non ci fotografa per riconoscere i tratti somatici sulla base dei pixel, ma effettua una vera e propria scansione 3D del nostro viso, andando al di là dei camuffamenti volontari o involontari dovuti ad abbigliamento, barba, capelli, occhiali o altro. Ovviamente per merito del machine learning e del nuovo SoC A11 Bionic.

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In quella piccola area in alto c’è tantissima tecnologia

Il Touch ID è al capolinea? No, tutt’altro e la sua presenza negli iPhone 8 e 8 Plus ne è la conferma. Però l’attuale lineup è davvero esagerata. Non riescono a tagliare quando e dove necessario, portandosi dietro un carrozzone sterminato di modelli (8). Va bene tenere iPhone SE per la dimensione, ok anche per i 7 essendo recenti e di materiale diverso rispetto l’8, ma i 6s li avrei davvero evitati. Potevano lasciarli agli operatori telefonici ed alla catene di elettronica, sarebbe stato già un po’ più semplice. Però il loro obiettivo è un altro: avere un modello per ogni fascia di prezzo.

Si parte da $349 e si arriva all’infinito: tutti possono comprare un iPhone.

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Per la prima volta da diversi anni, l’iPhone “normale” è anche aumentato di prezzo. $699 per l’8 invece dei $649 del 7. Il raddoppio di memoria base non è la spiegazione, è già capitato di recente senza incidere sui dollari nel portafoglio, e il cambio (che al momento sarebbe a nostro favore) non è stato applicato come fattore correttivo nella conversione in Euro. Insomma, la musica è la stessa di sempre: gli iPhone sono cari. Non necessariamente i più cari e non sempre in modo ingiustificato, ma sono cari. Per giunta da quando si sono inventati questa cosa del doppio salto nel taglio di memoria (prima 32/128 ora 64/256) sono riusciti ad ingabbiarci in una trappola psicologica geniale. Ogni anno tolgono dall’offerta il modello che avrebbe la capienza perfetta per la stragrande maggioranza delle persone e ne fanno uno più piccolo che però offre di più rispetto a prima, quindi non ti puoi lamentare, ma che alla fine non ti basta e devi comunque comprare il taglio superiore. È vero che già gli attuali 64GB possono essere accettabili per chi fa poche foto, pochi video (sopratutto non 4K a 60fps), usa poche app, gioca solo a roba semplice e tende a tenere tutti i dati online… ma insomma, non è questo l’uso ideale per un dispositivo così potente e costoso. Una mezza soluzione è quella di portare la Libreria Foto iCloud non completamente in locale, ma è una rogna dover aspettare ogni volta per scaricare quel che volete vedere. A parte tutto, ci troveremo a spendere davvero tanto per avere i nuovi iPhone 8, che saranno prenotabili da giorno 15 e ritirabili in store dal 22. Difficile dire quale sarà l’effettiva fornitura, ma è capitato che la prenotazione fosse necessaria per fare l’acquisto alla prima tornata e in giro c’erano pochissimi esemplari dei modelli con tagli di memoria superiori a quello base. Per cui si potrebbe dover attendere molto. Ma il punto è: vale la pena comprare un iPhone 7s?

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Retro in vetro e nuovo colore oro di iPhone 8

Non è un errore, ho scritto davvero 7s. Alla fine se non si chiama così è perché il design ha subito una piccola variazione dovuta al materiale del retro e perché 7s l’avrebbe fatto sminuire troppo rispetto a “ten”. Ma se dovessi scommettere, direi che almeno un’altra evoluzione questa linea potrebbe averla. Che sia l’anno prossimo o ad un ciclo e mezzo, avvicinandosi di più ai fuori schema come l’iPhone SE. O magari rimarrà una linea coerente e parallela per tantissimi anni… se Apple è furba, e certamente lo è, valuterà in base all’andamento delle vendite e al gradimento del pubblico. I paletti definiti a priori sono inutili quando non del tutto deleteri. Se notate è da un po’ che hanno anche smesso di dire:

Non faremo mai [qualsiasi cosa che poi faremo tra qualche anno in modo migliore]

Ad ogni modo il ritorno del retro in vetro in stile iPhone 4 mi piace molto ed è dai suoi riflessi, ora lo capiamo, che è nata la grafica dell’invito. Per giunta hanno tolto l’oro rosa, che onestamente apprezzavo, ma hanno lasciato l’oro, che invece ho sempre evitato. Tuttavia la nuova tinta sembra molto diversa, sia per il colore che per l’effetto dovuto al vetro, infatti è quello che preferisco sulla base delle immagini. L’unico svantaggio concreto è che l’8 Plus ora sfiora quasi i 200 grammi e sono davvero tanti. Forse si potrà risparmiare qualcosa non usando cover, dato che il vetro è meno incline a graffiarsi (per le rotture, invece, bisognerà vedere) ma di certo sarà una cosa da valutare. Le novità all’interno ci sono, qualcuno dice che messe in riga sono meno rispetto quelle del passaggio tra 6s e 7, ma non è un gioco che mi interessa molto. Lo schermo ora supporta il True Tone e i colori sono più fedeli, l’audio ha subito un notevole incremento di qualità e volume, la doppia fotocamera ha sensori più grandi e siamo arrivati al video 4K 60fps, il Bluetooth passa al 5.0, il SoC A11 Bionic ha una potenza davvero impressionante e consente delle funzionalità come l’illuminazione ritratto (che richiede una capacità di calcolo enorme) e la batteria ora offre sia la ricarica “wireless” in standard QI (che funziona con tutte le basi già in commercio) che quella veloce (fino al 50% in 30 minuti). Su quest’ultima pende un “però” grande quanto una casa, perché Apple dice che richiede un alimentatore modello A1540 da 29W, modello A1718 da 61W o modello A1719 da 87W, tutti USB-C, salvo poi metterci in confezione quello vecchio in standard USB. Spero di aver capito male, però su questo aspetto non sarebbe la prima volta che si comportano in modo così avvilente.

Nel 2018 comunque arriverà AirPower, che si presenta davvero molto simpatico. Nulla di mai visto, come spesso succede con i prodotti Apple, ma l’implementazione ha la solita marcia in più. Mi riferisco a quelle chicche come la possibilità di vedere sullo schermo dell’iPhone le notifiche dello stato di eventuali Apple Watch 3 o AirPods (2?) poggiati sulla stessa base. E comunque aver esteso la cosa anche agli altri due prodotti usando lo stesso standard è stata una bella mossa che ci consentirà di avere un solo pad di questi con un unico cavo invece di 3 alimentatori e 3 cavi per altrettanti dispositivi. Ma se ne parla nel 2018 per AirPower, anche se potremo provare già la ricarica wireless con tutti gli altri caricatori in commercio. Per quanto riguarda gli AirPods, spiego meglio il “2?”. Apple non ha chiarito benissimo la situazione ma a quanto pare gli auricolari non sono cambiati però saranno associati ad una nuova custodia che supporta la ricarica QI e che dovrebbe anche essere venduta separatamente come upgrade per chi possiede la prima edizione.

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Tornando all’iPhone X, sto cercando di non guardare il prezzo. So che lo comprerò per via dell’importanza delle sue novità e so anche di volerlo comprare, ma considerando il 256GB come taglio per me obbligatorio, parliamo di un prezzo davvero molto al di là di quanto un comune lavoratore si possa permettere. Non ne faccio una questione di principio e non mi piace sentire o fare quelle odiose paternali sulla fame nel mondo, anche perché le trovo fuori luogo se applicate ad un dispositivo che effettivamente si sfrutta e si apprezza 365 giorni l’anno ed è spesso un fondamentale compagno di lavoro. Però mi troverò a spendere… un attimo che controllo… 1359€ (milletrecentocinquantanove). Lo sapevo che era meglio non guardare. No, nessuno mi obbliga, vi prego di non commentare con questo tono, ritengo solo che sia un passaggio fondamentale nella storia di iPhone, alla stregue del primo modello.

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Non fraintendetemi, non dico che l’impatto di iPhone X sul mercato e sul mondo sarà lo stesso solo perché ha meno cornice (qui esagero, ma tanto per capirci), mi riferisco al fatto che per la storia interna di questo prodotto, rappresenta una rivoluzione più unica che rara. Se invece inseriamo l’iPhone X nel mercato attuale, è uno smartphone simile nell’estetica ai vari G6, Note 8, Mi Mix, ecc.. per quanto riguarda la sua resa, però, il discorso si complica. La solita storia iOS vs Android dite? No, non parlo di quello. Dico solo che Apple ha aspettato tanto prima di usare uno schermo OLED, però questo è il primo che sembra offrire quella fedeltà nella corrispondenza cromatica (P3/sRGB) ed una luminosità del punto di bianco che altrove, semplicemente non c’è. Dicono di essere riusciti (Samsung, che produce il pannello) ad evitare tutti i difetti tipici degli OLED, unendo i suoi vantaggi ai vantaggi degli IPS. Non posso che iniziare la frase con “dicono” al momento, ma l’impressione che scaturisce dai video online è davvero ottima. E se si parla di fotocamere, l’implementazione di Apple della modalità ritratto non è stata la prima, ma quella più efficace. Stessa cosa dicasi per la stabilizzazione nel video, che non mi sembra di aver mai visto equiparata. E chi si ricorda quando i produttori avevano acceso le fotocopiatrici per il Touch ID solo sulla base dei rumor, salvo poi accorgersi che facevano pietà e l’unico che funzionava era quello di Apple? Solo dopo un paio d’anni sono visti sensori di livello equiparabile nel mondo Android. Il Face ID probabilmente sarà la stessa storia: tecnologia esistente ma non funzionante che Apple ha affinato, migliorato e cambiato fino a raggiungere quella che ci auguriamo essere la perfezione. Non sto sviolinando eh, riconosco tantissimi difetti in Apple e qualcuno anche negli iPhone ($$$), ma questi sono dati di fatto inconfutabili. E ne ho citati alcuni a caso, potrei riportarvene una quantità senza fine e che al momento culmina in ARKit. In un’era in cui anche il fruttivendolo apre una startup sulla realtà aumentata e in cui esisterebbero (in teoria!) gli HoloLens, Apple ha “semplicemente” preso il concetto ideale di AR, l’ha fatto funzionare esattamente in quel modo e l’ha messo nello smartphone più venduto e conosciuto del pianeta. I primati sono questi e non arrivare un giorno o un mese prima con prodotti pessimi e destinati al dimenticatoio. Volevo parlarvi di tante altre cose che mi frullano in testa, anche relativamente agli altri prodotti presentati, però mi fermo qui, temo di avervi annoiato troppo.

Ehi iPhone X, dico a te, noi ci vediamo a novembre. Il 3, se tutto va bene. Mi stuzzichi, per carità, forse più nella versione bianca, seppure quella cornice in acciaio la veda troppo scura. Sarà per creare più continuità con il frontale nero, ma non mi fa impazzire. E che dire di quelle orecchie? Ma proprio così strane ed evidenti le dovevi avere? Un cappellino nero sarebbe stata una buona soluzione e invece tu le sfoggi con fierezza, come fossero quelle di un vulcaniano. Speriamo che diventino altrettanto caratteristiche da piacere (e qui mi viene in mente più T’Pol che Spock). Per il momento aspetto il 22 settembre per iniziare a conoscere tuo fratello 8, quello a cui hanno dato un numero normale perché VIII non faceva figo come X. È un tipo noioso rispetto a te, ma rappresenta la certezza che molti utenti iOS si aspettavano di avere e che altrettanti, forse, saranno felici di comprare.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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