Apple nega che la qualità di Face ID sia stata ridotta per accelerare la produzione di iPhone X

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Se c’è qualcosa che da consumatore ho sempre apprezzato di Apple sono gli elevati standard qualitativi richiesti ai propri partner produttivi. È così facendo che ritengo si possa immettere sul mercato un prodotto di alto livello, in linea con le aspettative e i prezzi altrettanto alti. Visto che per iPhone X l’azienda sta puntando molto sul Face ID, tanto sotto il profilo della sicurezza dei dati quanto da quello del marketing (qualcuno ha detto Animoji?), è lecito attendersi che i requisiti per la realizzazione dei singoli componenti siano elevati. Forse fin troppo: queste esigenze hanno portato uno dei tre fornitori del dot projector, che appare come il componente più difficile da realizzare di tutto il sistema biometrico, a rinunciare alla commessa con Apple qualche tempo fa. Ciò ha causato un inevitabile rallentamento della produzione del nuovo smartphone e i due produttori rimasti, LG e Sharp, sono stati costretti a sopperire cercando di fare del loro meglio.

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Secondo Bloomberg, la preoccupazione di non soddisfare la domanda di iPhone X al lancio (si parla della disponibilità di “soli” 20 milioni di unità per tutto il resto del 2017, su una domanda preventivata da Kuo di 45 milioni sino a settembre 2018) avrebbe spinto la dirigenza di Apple a considerare una riduzione degli standard qualitativi, semplificando così la catena di montaggio. La scelta non sarebbe stata così inusuale: molte aziende, rendendosi conto di difficoltà in fase di produzione di massa dei propri dispositivi, rivedono le richieste formulate ai fornitori per arrivare sul mercato il prima possibile. Visto che durante il keynote settembrino Apple ha dichiarato che la precisione del Face ID nel riconoscere l’utente è di 1.000.000:1 (contro quella del Touch ID che è di 50.000:1), una moderata diminuzione degli standard non avrebbe inciso più di tanto sulle performance del sistema biometrico né sulla sua precisione.

Al tempo stesso, però, non si può negare che una decisione del genere sarebbe suonata ben poco in stile Apple. Ed ecco che, con un comunicato diffuso a varie testate, tra cui TechCrunch, l’azienda di Cupertino ha smentito categoricamente il report, sostenendo che nessun requisito qualitativo è stato sacrificato a fini produttivi. Come si suol dire, meglio pochi (pezzi) ma buoni, e in fondo è una scelta che penso molti condivideranno. In conclusione di questo articolo, ricordiamo che iPhone X sarà disponibile per il preordine da questo venerdì, mentre dal 3 novembre inizierà la fase effettiva di vendita presso gli Apple Store e non solo.

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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