Apple prosegue le spese: acquisite PowerbyProxi e (forse) InVisage

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Continua pressoché senza sosta la stagione di acquisti in casa Apple. A fine settembre abbiamo parlato di Regaind, start-up francese dedicata al riconoscimento degli oggetti nelle foto, seguendo alcuni giorni dopo con l’assunzione del team di Init.ai, specializzata nel machine learning. Le più recenti operazioni cambiano invece completamente ambito, guardando ad altri componenti come la ricarica wireless e la fotocamera. Nel primo ambito, la mela ha deciso di andare piuttosto lontano, acquisendo un’azienda neozelandese, PowerbyProxi.

Contrariamente ad altri casi, non è stato emesso il solito comunicato generico di conferma. Sulla testata locale Stuff sono stati pubblicati vari commenti dalle parti coinvolte, tra cui quelli di Dan Riccio, Senior Vice President di Apple per l’hardware, che vede la mossa come un’aggiunta importante al fine di raggiungere l’obiettivo futuro di un’esperienza completamente senza fili in qualsiasi situazione. I termini finanziari rimangono ignoti, ma è possibile ipotizzare una cifra di varie decine di milioni di Dollari considerato il coinvolgimento di numerosi investitori in PowerbyProxi e il precedente round di finanziamento che aveva portato nelle casse della società oltre 30 milioni. La dote che verrà integrata in Apple conterà 55 dipendenti tra Nuova Zelanda e USA nonché oltre 300 brevetti depositati dall’inizio dell’attività nel 2007.

Passiamo ora alla seconda acquisizione, su cui tuttavia resta un alone d’incertezza. La scorsa settimana è stato pubblicato sul blog Image Sensors World un articolo in cui si sospettava un accordo tra Apple e InVisage, operante nel campo dei sensori d’immagine. Dopo essere passato in sordina per alcuni giorni, il post ha trovato la ribalta attraverso Macrumors. InVisage, nata nel 2006, ha sviluppato nel corso degli anni varie tecnologie, tra cui una dedicata al miglioramento degli scatti HDR e un’altra basata sui raggi ad infrarossi. Specialmente in ottica iPhone X, queste soluzioni devono essere state piuttosto invitanti per Apple, che avrebbe deciso a luglio di aprire il portafogli prima che lo facesse qualche rivale. Tra gli indizi che suggerirebbero l’acquisizione vi sono il cambio di datore di lavoro osservato sui profili LinkedIn di un buon numero d’ingegneri, la fuoriuscita da due fondi d’investimento, la rimozione di molte pagine sul sito web e l’annullamento di una modifica societaria richiesta presso gli enti californiani. In assenza di conferma, resta però aperta la possibilità che Apple abbia optato per non portare a casa l’intera azienda ma solo le personalità chiave tra i 40 impiegati che InVisage aveva tra USA e Taiwan. Vedremo se nelle prossime ore Macrumors oppure, come più spesso accade, TechCrunch riporterà la consueta liturgia: «Apple acquisisce di tanto in tanto imprese più piccole e, solitamente, non ne discute i dettagli o i piani futuri».

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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