Recensione: Cougar QBX Pro, un case ITX compatto, economico e versatile

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Mai recensito un case qui su SaggiaMente ma vi vorrei parlare un po’ del Cougar QBX Pro. Come sapete mi capita spessissimo di assemblare PC, tant’è che mi sono dovuto ricavare una postazione da dedicare allo scopo. Quando possibile, ovvero se l’utente non ha bisogno di espansioni particolari oltre ad una scheda grafica dedicata, cerco di mirare alle soluzioni ITX, in quanto consentono di contenere al minimo lo spazio e spesso offrono già la connettività Wi-Fi e BT inclusa. Il mio chiodo fisso è l’Ncase M1, ma ogni volta che lo propongo i clienti scappano di fronte al prezzo. Prima o poi lo prenderò per qualche progetto personale, anche se i tempi di attesa piuttosto lunghi mal si abbinano con il mio modo di lavorare (e il prezzo alto, comunque, non aiuta). Cercando una soluzione “simile” ma a basso budget, sono incappato su questo case di Cougar.

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Nella foto che vedete qui sopra ha subito una piccolissima modifica, ovvero ho tolto lo sticker frontale con il nome del brand che onestamente trovo fastidiosamente visibile e poco gradevole. La dimensione è super compatta in quanto è largo solo 18 cm e alto 29. Non è facile trovarne uno così piccolo e che abbia tanto spazio all’interno. Lo scheletro è di metallo e piuttosto robusto pur essendo molto leggero, mentre i pannelli esterni sono per lo più di plastica.

Sul retro è installata una piccola ventola da 90mm non PWM, ma che si può controllare discretamente tramite DC, e vi sono anche molti altri alloggiamenti per aggiungerne altre e persino il supporto per radiatori da 120 o 240mm in cima.

Il “top” si rimuove proprio per avere accesso a questo spazio e da qui si fissa anche l’alimentatore. Supporta quelli ATX non più lunghi di 140mm, ma io ho preferito mettere direttamente un SFX in modo da avere più spazio di manovra per la gestione dei cavi. Ho una buona esperienza con i SilverStone, ma in questo caso ho scelto lo Sharkoon SilentStor 450W che è molto silenzioso ed ha un ottimo rapporto qualità/prezzo (contiene anche l’adattatore ATX).

Ovviamente con un case così piccolo non si può pretendere di metterci di tutto, infatti se si piazza un dissipatore voluminoso sulla CPU (io ho scelto Artic Freezer 7 Pro R2), questo può rendere difficilltoso l’installazione di una ventola aggiuntiva sullo sportellino laterale (a meno di non prenderne una slim). Questo elemento è molto interessante, in quanto può ospitare 2 dischi da 3,5″, 2 da 2,5″ e una ventola da 120mm.

Il meccanismo di aggancio è molto semplice ma l’apertura di questo pannello può essere complicata una volta che si attaccano i cavi sui dischi, in quanto si deve sollevare e può non esserci la lunghezza adatta per farlo senza sconnetterne alcuni, in particolare quelli di alimentazione che partono dal PSU. A tal scopo, può rivelarsi molto utile una prolunga del genere.

Un ulteriore disco da 2,5″ ha un alloggiamento dedicato sul retro, nella zona bassa, rimuovendo il pannello destro. Come si può vedere, ci sono anche molti spazi per la gestione dei cavi, con un paio di fascette messe nel punto giusto si ottengono risultati ottimi. Sulla destra si trovano due USB 3.0 più ingresso ed uscita audio da 3,5mm, oltre al pulsante di accensione e reset. Purtroppo non vi è uno switch fisico on/off per l’alimentatore, che in alcuni casi può servire.

Anche se non si nota facilmente, in alto vi è un piccolissimo spazio verticale davanti all’alimentatore in cui si può inserire un lettore/masterizzatore ottico di tipo slot-in, soluzione presente anche nell’M1 di Ncase e che trovo molto interessante. Il top è l’unica area che viene visivamente chiusa con un pannello liscio, mentre sui lati vi sono delle ampie griglie per l’areazione.

Essendo molto fitte non lasciando vedere l’interno quasi per nulla, ma può essere un problema nel caso in cui si abbiano ventole rumorose o mal gestite dal BIOS/UEFI. Nel mio caso ho ottenuto un sistema molto stabile ed efficiente con il solo dissipatore sulla CPU (non in OverClocking) più la ventola originaria sul case (ridotta di velocità con una configurazione custom).

Tutto installato e configurato, il case mi ha consentito di nascondere i cavi quasi completamente, con l’eccezione di alcuni che ho volutamente lasciato liberi nella zona bassa per distanziarli dal PSU e che, nero su nero, si notano relativamente poco. Un risultato pulito ottenibile grazie alla vastità di alloggiamenti e spazio interno di questo piccolo grande case.

Conclusione

Devo dire di essere rimasto molto colpito dal Cougar QBX Pro, in quanto prende molte idee dal più rinomato dei case ITX ma le offre ad un prezzo super concorrenziale di circa 60€. Esiste anche una versione più nuova che si chiama Kaze, però non mi fa impazzire la struttura interamente coperta di griglie anche sul fronte. Almeno non dalle foto, poi magari dal vivo è anche carino, ma internamente i due sono quasi identici. Da notare che vi è supporto per GPU fino a 350mm di lunghezza, per cui si riescono ad inserire praticamente tutti i principali modelli. Personalmente l’ho inserito nella lista delle mie prime scelte per PC compatti ed economici con un pizzico di stile. Unica cosa da considerare è che alcune soluzioni del case ed il pochissimo spazio a disposizione, richiedono un assemblatore con un po’ di esperienza, altrimenti si rischia di non riuscire a portare a termine il lavoro o di perderci troppo tempo.

PRO
+ Case ITX super compatto
+ Tantissime soluzioni smart
+ Buono spazio per organizzare i cavi (meglio se con PSU SFX)
+ Fino a 3 dischi 2,5″ e 1 da 3,5″
+ Spazio per masterizzatore slot-in
+ Supporto per radiatori fino a 240mm in cima
+ Areazione molto buona
+ Può essere complicato assemblarlo se si è alle prime armi
+ Ottimo prezzo

CONTRO
- Manca uno switch fisico on/off per l’alimentazione
- È praticamente tutto aperto, scegliete con cura le ventole per massima silenziosità

DA CONSIDERARE
| Alimentatori ATX fino a 140mm (consiglio SFX)
| GPU fino a 350mm
| Togliete subito l’adesivo frontale!

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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