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Alzi la mano chi, utente iPhone dall’alba dei tempi, non ha mai eseguito il jailbreak del proprio smartphone. Per quei pochi che non lo sapessero, le prime versioni di iPhone OS (poi divenuto iOS) non erano così complete come quelle di oggi. Dieci anni fa non esisteva l’App Store, il multitasking o il supporto ai – già allora – vetusti MMS. Il successivo lancio del negozio di “app” non sopperì del tutto a queste limitazioni, visto che, allora come oggi, Apple impose delle regole piuttosto restrittive e l’esecuzione all’interno di una sandbox senza accesso al sistema operativo.

La soluzione per chi voleva qualcosa di più o semplicemente sperimentare era il jailbreak. Grazie a procedimenti sempre diversi, studiati in base ad ogni release del sistema operativo ed ai bug rilevati, questo “sblocco” di iOS consente di modificare il sistema ed installare software non approvati da Apple. Fra questi vi era un vero e proprio App Store alternativo: Cydia. Al suo interno potevano essere rinvenuti tool che miglioravano l’esperienza utente, introducendo funzioni come l’app switcher o il multitasking, migliorie per la fotocamera e tanti altri tweak che spesso sono stati poi di ispirazioni per gli aggiornamenti ufficiali di iOS.

jailbreak

Mossa astuta, si potrebbe dire, che ha contribuito a far scemare l’interesse verso il jailbreak. Dal canto suo Cupertino ha sempre reso più difficile scardinare le protezioni del sistema operativo, sia per questioni di sicurezza che per mantenere l’esperienza d’uso dei dispositivi all’interno dei propri standard. Non più di due settimane fa, Liang Chen di KeenLab ha mostrato al POC2017 di Seul lo “sblocco” di iPhone X che, a quanto pare, sfrutta alcune falle note solo alla compagnia di hacker (che non le ha rese pubbliche). Molto probabilmente, KeenLab venderà la propria ricerca a terzi o alla stessa Apple che tramite il proprio Bounty Program premia economicamente chi scopre brecce nei propri sistemi operativi. La posizione di Liang Chen e soci è abbastanza condivisibile, visto che rendere pubblico il nuovo jailbreak non porterebbe più gli stessi vantaggi, anche solo di crescita della propria immagine, di qualche anno fa.

Infatti, lo scorso 23 novembre la più grande repository su Cydia, quella di ModMyi, ha chiuso definitivamente i battenti, visto che quasi più nessuno ricorre al jailbreak per potenziare i propri dispositivi: le poche app rimaste non aggiungono più nulla ad un sistema operativo mobile completo come iOS (qualche ipotesi? ecco una wishlist). Sono certo che qualcuno ne sentirà la mancanza e, anche se io abbandonato il jailbreak e Cydia dal lancio di iOS 3, credo che tutti dovremmo renderle omaggio al suo capezzale: se non ci fosse stato il genio di molti sviluppatori indipendenti (come George Hotz) molto probabilmente oggi non avremmo tante funzioni nei nostri smartphone e tablet.

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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