Heart Study: Apple e l’Università di Stanford collaborano per la prevenzione delle aritmie

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Il progresso tecnologico viene visto sotto molteplici aspetti: c’è chi lo vede come mera questione di business, chi lo ritiene uno strumento di controllo utile ai poteri forti e infine chi è pienamente convinto che in primis si pone davvero il miglioramento della nostra qualità della vita. Come in molti casi, forse la verità sta nel mezzo, ma si finirebbe in discussioni filosofiche e politiche al di fuori del nostro raggio d’azione. Penso però che certe singole iniziative abbiano uno scopo genuino, senza fini secondari, quantomeno non direttamente. È il caso in cui può rientrare Heart Study, la cooperazione lanciata tra Apple e l’Università di Stanford.

Il progetto mette a buon uso il sensore di battito cardiaco degli Apple Watch al fine di studiare le aritmie e le conseguenze che possono derivarne. La più grave tra questi scompensi è la fibrillazione atriale, spesso sottovalutata poiché priva di apparenti sintomi. Quando avviene, però, è una situazione che non va presa affatto sottogamba: in vari casi rappresenta infatti il preludio ad un infarto vero e proprio, con un elevato rischio di mortalità se non trattato in tempi rapidi. L’obiettivo è dunque di migliorare quanto più possibile le misure di prevenzione, in parallelo con gli avanzamenti nell’ambito delle cure, riducendo sempre più le probabilità di eventi fatali.

Heart Study è un’app che viene installata sia su iPhone che sul Watch, permettendo di mantenere sotto controllo l’attività cardiaca dei partecipanti alla ricerca, i cui dati vengono inviati a Stanford nel rispetto della privacy. Qualora venissero rilevate delle irregolarità nel battito, verrà immediatamente emessa una notifica. Chi accetterà di partecipare allo studio potrà inoltre usufruire di un consulto gratuito con uno specialista e un cerotto ECG per ulteriori misurazioni. L’iniziativa al momento è ristretta ai soli Stati Uniti, aperta a tutti i possessori locali di Apple Watch Series 1 o superiore che hanno compiuto almeno 22 anni, ma considerato lo scopo spero che possa fare da apripista per analoghe iniziative su scala globale, anche al di fuori dell’ecosistema Apple, essendo la salute un bene universale a prescindere dai dispositivi utilizzati.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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