L’iPhone X è il nuovo piccolo di casa: 8 Plus ha uno schermo più grande

Non so perché, ma alcune volte faccio una fatica immane per spiegare cose semplici. Sarà colpa mia, non elimino mai questa possibilità dall’equazione, ma ci sono casi in cui mi sembra di aver di fronte persone che prendono una posizione e non la mollano per principio (o perché folletti si nasce). E questo mi porta ad essere ancora più estremista. Mi vengono in mente tutte le critiche che ho ricevuto al tempo in cui dicevo che un SSD avrebbe reso più veloce qualsiasi computer (se leggete i commenti ai primi articoli c’è roba come: solo la CPU o la RAM rendono un computer più veloce, moron!) oppure quelli che mi si scagliano contro ancora oggi quando dico che il Fusion Drive è una cosa pessima e che non va mai utilizzato (sono solo rischi in più e nessun vantaggio reale al di fuori dell’apparente risparmio). Ora non fraintendetemi, non ho iniziato così con l’obiettivo di farmi bello né quantomeno di offendere nessuno, ma solo quello di cercare di ottenere la vostra attenzione per chiarire una volta per tutta un aspetto che mi sta a cuore da settimane e che riguarda lo schermo dell’iPhone X.

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Mi risulta davvero difficile far passare il concetto che i suoi 5,8″ offrono una resa virtualmente identica a quella dei 4,7″ dell’iPhone 8. Proprio due giorni fa ho avuto l’ultimo battibecco sull’argomento su Facebook (l’arena dei sapientino), perché c’è chi sostiene che siano superiori ai 5,5″ del Plus con fogli di calcolo alla mano. Bene, visto che non ci si vuol fidare delle mie parole (ed è anche un punto di partenza giusto se poi si riesce a farsi un’opinione propria sensata) mi sono fatto aiutare dall’amico e SaggioUtente Simone Plai per creare degli schemi quotati il più prossimi possibili alla realtà.

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Iniziamo col dire che l’affermazione del titolo è volutamente da click bait ma 100% veritiera facendo i fiscali come piace ai criticatutto. Chi ha fatto i calcoli senza tenere conto delle curvature e della barra sensori ha in effetti valutato una superficie più grande di quella reale. E se si vuol fare i pignoli lo si deve fare in fondo. Considerando il differente aspect ratio e togliendo dal totale gli elementi in cui lo schermo non c’è, l’iPhone Plus da 5,5″ (recensione) ha una superficie maggiore di quella dell’X da 5,8″. Di quanto? In realtà un nonnulla, si parla dello 0,6%, ma tanto ci basta per smontare una convinzione errata e passare alla parte più importante.

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Gli smartphone si tengono quasi sempre in verticale, è un dato di fatto confermato da tutte le ricerche esistenti oltre che dal comune osservare. Per di più su X le app non hanno le funzionalità evolute del Plus con visione a doppia colonna in landscape e col nuovo formato la tastiera è ancora più invadente. Insomma, si userà in orizzontale solo per vedere video o foto, dove per giunta lo spazio ai lati sarà quasi sempre inutile (a meno di non tagliare sopra e sotto nei filmati 16:9 o di gradire un buco su uno dei due lati creato dalla barra sensori). La larghezza del lato corto, dunque, è quella che determina la dimensione effettiva dei contenuti.

Da notare che questo è un discorso che vale solo per Apple, in quanto preferisce usare risoluzioni dai numeri bizzarri pur di mantenere un rappresentazione quasi perfettamente 1:1 nel passaggio da un formato all’altro o da un moltiplicatore all’altro. È stato così fin dal primo Retina: stesso schermo, densità raddoppiata, risoluzione quadruplicata.

Su X abbiamo uno schermo che è sì 4mm più largo di quello del modello da 4,7″ ma è anche 6mm più stretto rispetto quello del Plus da 5,5″. Siamo in una terra di mezzo, volendo rimanere sul vago, ma è così vicino al più piccolo dei due che la differenza a colpo d’occhio è quasi impercettibile. L’effetto migliora un po’ per la leggerissima riduzione della cornice laterale (-1mm) e tanto per il fatto che è più alto, cosa sicuramente godibile in molte situazioni.

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Nelle app native Apple è stata molto attenta a gestire dimensioni e margini, in modo tale da offrire una visuale quasi a perdita zero rispetto al Plus e che enfatizza solo i vantaggi di uno schermo più alto. Non vi mostro le UI delle app non aggiornate perché sarebbe ingiusto e insensato, ma sappiate anche che su tante di quelle di terze parti le aprirete e ritroverete proprio le bande vuote in alto e in basso come sullo schermo del più piccolo iPhone in 16:9. Cosa che ci si augura possa durare poco, ma che manterrà sicuramente delle eccezioni negative per lungo tempo, così come è già avvenuto nel passaggio agli schermi da 4,7″ e 5,5″. Nella visualizzazione testuale Apple ha puntato per lo più a mantenere font simili nelle tre diverse versioni, cioè significa che sul 5,5″ si vedono righe più lunghe con una quantità di testo che tende nel complesso a bilanciarsi, ma le immagini saranno sempre più ampie e godibili.

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In fin dei conti lo schermo del Plus è più largo di 6mm, ovvero circa il 10% ed è una differenza assolutamente percepibile, ve lo posso garantire. La cosa si nota ancor di più nelle app di terze parti, dove è facile che la curvatura dello schermo ed il notch portino a sprecare quasi interamente lo spazio in più in altezza rispetto agli schermi 16:9 ed avendo comunque foto e testi più grandi del 10% sul Plus. A proposito di foto e video: sia in 3:2 che in 16:9, il Plus rimane comunque in vantaggio di visione su iPhone X. I 6mm di larghezza portano ad un incremento proporzionale ancora maggiore sul lato lungo e si nota a colpo d’occhio pur non avendoli fianco a fianco.

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Sui contenuti cinematografici a 2:35.1 potreste decidere di stuprare una parte dell’immagine con la barra sensori per averli a tutto schermo. Non ho ancora provato a vedere un intero film così per capire se ci fa l’abitudine, ma la prima impressione è veramente orripilante. Stessa cosa dicasi per l’idea di tranciare in alto e in basso sui contenuti in 16:9… possibile, certo, ma non sarà sempre una strada percorribile.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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