Apple e Shazam, il matrimonio è ora ufficiale

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Era nell’aria da qualche giorno, e ora il rumor è diventato realtà: Apple ha acquisito Shazam, la popolare app per il riconoscimento dei brani musicali. La conferma è arrivata alcuni minuti fa direttamente dall’azienda di Cupertino, con una breve nota stampa inviata a varie testate internazionali, tra cui Recode. Benché non vi siano riscontri ufficiali in tal senso, i termini economici dell’operazione dovrebbero prevedere per Apple un esborso attorno ai 400 milioni di $.

Shazam

Considerata l’occasione, Apple ha scelto di non usare la solita formula di rito che usa per le acquisizioni di piccole realtà, celebrando invece l’accordo raggiunto con la società londinese (traduzione a nostra cura):

Siamo entusiasti che Shazam e il suo talentoso team di sviluppo si uniranno ad Apple. Sin dal lancio dell’App Store, Shazam si è sempre classificata come una delle app più popolari per iOS. Oggi è utilizzata da centinaia di milioni di persone nel mondo, su più piattaforme. Apple Music e Shazam sono partner naturali, condividendo la passione per la scoperta di nuova musica e la fornitura di ottime esperienze musicali ai nostri utenti. Abbiamo in serbo piani importanti e non vediamo l’ora di unirci a Shazam una volta ottenuta l’approvazione dell’accordo odierno.

Come suggerisce l’ultima frase, tecnicamente Apple non ha ancora la proprietà di Shazam ma deve attendere il via libera delle autorità britanniche, anche se è poco probabile si configuri un’alterazione del mercato tale da bloccare l’operazione. Questione dunque di alcune settimane ancora affinché l’incorporazione diventi effettiva. Tra i benefici prospettati, oltre al controllo diretto delle tecnologie di riconoscimento brani che già Apple licenziava da Shazam per Siri, anche sviluppi sul fronte della realtà aumentata visto che la realtà inglese era attiva pure lì. Da capire il destino delle attuali app, specialmente quella per Android. Nel caso infausto, gli utenti del robottino verde potranno contare su un analogo servizio nativo di Google per sopperire. Meno fortuna avranno altri servizi concorrenti di Apple, come Spotify, che molto probabilmente dovranno già da ora cercare un nuovo provider di riconoscimento brani, con SoundHound candidato a raccogliere il maggior numero di “transfughi”.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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