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Xiaomi ha mosso i suoi primi passi ispirandosi ai prodotti di Apple, a volte sfiorando l’imitazione. Tanto è accaduto anche per il primo Mi Pad: se il design è chiaramente un omaggio ad iPad mini, il nome è quasi del tutto uguale a quello del tablet di Apple. In quel di Cupertino non si sono più di tanto impensieriti finché la rivale ha commercializzato il tablet solo in Cina, visto che lì le regole sul diritto d’autore e sulla proprietà industriale sono quasi del tutto inesistenti. L’espansione di Xiaomi in Europa, con la conseguente richiesta del registrazione del marchio presso l’EUIPO (l’Ufficio Brevetti e Marchi dell’Unione Europea), ha però provocato una reazione di Apple, che si è opposta alla registrazione.

Dopo ben tre anni di causa tra primo e secondo grado di giudizio, il Tribunale dell’UE ha stabilito che “Mi Pad” non può essere registrato come marchio poiché genererebbe confusione nei consumatori, a causa della somiglianza con “iPad”, dal quale si differenzierebbe per la sola lettera “m”. Tuttavia, la vittoria di Apple è solo parziale: infatti, sebbene Xioami non possa registrare il marchio Mi Pad, potrà comunque continuare a utilizzarlo, visto che in sentenza non è stato disposto il blocco delle vendite del dispositivo. Qualora Xiaomi appellerà la sentenza presso la Corte di Giustizia Europea non mancheremo di ritornare sull’argomento.

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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