#ProgettoMiniMix: meno di 400€ per un computer veloce e super compatto

Quando mi trovo a dover assemblare un PC, che sia per un progetto personale o su commissione (cosa sempre più frequente), capita che mi “avanzino dei pezzi”. Non è letteralmente così, nel senso che non dimentico di mettere qualcosa come nella più classica delle gag, ma si tratta piuttosto di opportunità e… innesti. Ad esempio posso trovare un’offerta così buona per della memoria che ne acquisto una doppia da tenere da parte (anche perché i prezzi della RAM sono bastardi) oppure faccio l’upgrade di un elemento su qualcosa che ho già assemblato o magari acquisto un componente per un progetto e poi ne trovo uno più adatto, ma non lo restituisco perché lo ritengo utile o ben pagato. In sintesi è come dicevo all’inizio: mi avanzano dei pezzi. Certe volte questi sono già sufficienti per comporre un intero computer, ma appena metto tutto insieme mentalmente e capisco cosa voglio ottenere, inizio a scartare tutto ciò che non vi si attiene. Ho un paio di case, degli alimentatori, RAM ed altra roba che non aspetta altro che essere messa all’opera o usata per testare il funzionamento di altro. La smetto qui e vi descrivo il caso specifico per essere più chiaro. Ho deciso per un upgrade della CPU sul #ProgettoNAS e si è liberato un i3-6100 ancora freschissimo. Ho provato a venderlo perché avevo altri piani in mente per i futuri progetti, ma non c’erano molti interessati. In effetti c’è stata sia la settima che l’ottava generazione dopo di quello e se l’i3-7100 kaby lake ha apportato vantaggi davvero marginali (giusto qualcosa lato GPU), l’i3-8100 coffee lake è interessante perché ha 4 core reali e non 2 core/4 threads come la controparte skylake. C’è circa un 30% di vantaggio, per essere molto sintetici, e questo si rispecchia anche nel prezzo della CPU. Sarebbe sopportabile per ottenere un quad-core, se non fosse che non vi è compatibilità con le vecchie schede madri basate sui chipset Intel 100/200 e quelle con X370 sono spesso più costose (specialmente se si cerca una mini ITX completa).

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Il chipset perfetto per l’i3-6100 è probabilmente l’H110, che si trova in alcune soluzioni dal prezzo contenuto come la ASRock H110M-ITX/ac. Tuttavia avevo in magazzino una MSI B150I Gaming Pro ITX che doveva essere la base di un altro progetto che continuo a rimandare e l’ho preferita perché di classe superiore e perché l’avevo pagata bene (circa 65€). Unico limite l’assenza di Wi-Fi, che però non mi ha preoccupato visto che il progetto era inteso per l’uso in salotto o in ufficio, dove ho già l’Ethernet, ma soprattutto perché la B150I supporta anche l’aggiunta di Wi-Fi interno su modulo M.2 e, in caso di estrema necessità, si può sempre usare un dongle USB. Per gli altri componenti sono stato ancora più “fortunato”, perché mi erano avanzati da precedenti acquisti una Kingston DDR4 da 8GB a 2133MHz ed un SSD Crucial MX300 da 272GB ancora imballati. A questo punto mancavano all’appello solo due cose principali: case e alimentatore.

Per la destinazione d’uso prevista e per il bilanciamento del sistema, non ho mai pensato di adottare una GPU esterna: la Intel Graphics 530 è più che sufficiente per uso ufficio e multimedia, anche in 4K. Ho quindi puntato ad una soluzione estremamente compatta, ma la scelta non è stata facile. I case ITX più piccoli sono quelli con alimentatori integrati e quindi bisogna controllare la qualità anche di questi ultimi. La richiesta energetica complessiva che ho calcolato è al di sotto dei 90W a pieno carico, ma ho puntato ai 130/150W per  non tenere il PSU all’interno di regimi ottimali. La soluzione che mi è piaciuta di più è stata quella dell’IN WIN Chopin con alimentatore da 150W, che ha un frame di alluminio spazzolato molto elegante. Sapevo che i prodotti di questo marchio puntano più all’estetica che alla sostanza (la maggior parte hanno difetti di areazione e sono poco pratici) e ne ho avuto la comprova quando l’ho ricevuto ed ho notato che in sostanza è un iTek Spirit con un po’ di alluminio intorno, un alimentatore più potente di 20W e cavi neri invece che colorati. Non ho avuto modo di metterli aperti uno di fianco all’altro ma credetemi se vi dico che è esattamente lo stesso case, solo che costa 115€ invece di 52€. Visto che il più economico è comunque gradevole ed ha anche qualcosa in più (tra cui un lettore SD frontale) l’ho preferito senza pensarci due volte. Miravo a contenere i costi, quindi ho voluto dare ascolto alla vocina più razionale. Le dimensioni sono molto compatte e corrispondono a 8 x 23,5 x 19,7 cm.

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Ecco dunque la lista dei componenti usati, per i quali riporto i prezzi che pagai al momento dell’acquisto. Tanto anche se elencassi quelli attuali potrebbero comunque cambiare dopo 2 minuti. Almeno così avrete un’idea più chiara della logica che ho seguito. Eh sì: niente dual-channel per la RAM. Sicuramente l’opzione 2 x 4GB avrebbe giovato un po’, ma non tanto da giustificare l’acquisto di nuovi moduli coi tempi che corrono.

Configurazione originale del MiniMix

Considerando i prezzi che vedo oggi (7 dic 2017), vi propongo una soluzione migliorata che vi dà di più (Wi-Fi incluso, CPU Sky lake e RAM dual channel) risparmiando addirittura 30€.

Configurazione migliorata del MiniMix

L’assemblaggio è semplice anche per un principiante: pur essendoci poco spazio, non c’è un gran lavoro da fare. L’unica cosa che può dare qualche rogna è il disco, in quanto è posto sul retro della piastra (dove c’è lo spazio anche per un lettore ottico o un secondo disco) e bisogna far passare i cavi da un buco non molto ampio. Personalmente vi consiglio di lasciare la scheda madre solo poggiata fintanto che non fate arrivare tutti i cavi nella giusta destinazione, poi la fissate dopo con un cacciavite a stella con punta calamitata. L’ordine estetico sarà impossibile, perché non ci sono appigli per i cavi e questi sono anche tristemente colorati.

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Ora non voglio giudicare io per voi, ma da quel che vedo in giro una postazione del genere a questo prezzo mi sembra ottima. Nella stessa fascia, considerando sempre soluzioni così compatte, è difficile avere 8GB di RAM ed un SSD per non parlare delle CPU che magari sono quelle depotenziate per frequenza e voltaggio. L’i3-6100 a me personalmente ha dato dei risultati su geekbench di 4451 in single-core e 8636 in multi-core e, tanto per fare un esempio, sono più di quelli che otteneva un MacBook Pro Retina 13″ del 2015 con i5 da 2,9GHz (i5-5287U). Questo perché pur essendo un i3 è sempre di classe desktop, quindi consuma di più ma viaggia anche meglio delle controparti mobile (non per niente sfoggia una frequenza da ben 3,7GHz).

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Un Mac mini è sicuramente molto molto più bello – oltre ad essere un Mac – ma per raggiungere queste prestazioni si devono spendere circa 1350€. È vero che si aspetta da tempo un upgrade e non voglio dunque forzare un confronto 1:1, anche perché si aprirebbe pure il vaso di Pandora con su scritto “macOS vs Windows”, ma se serve una postazione da ufficio, casa o per qualsiasi altra attività per cui queste prestazioni siano sufficienti, onestamente io il dilemma me lo porrei anche in un ambiente all-Apple. Poi ovvio che si può comunque preferire un Mac, magari scegliendo un usato o trovando un affare, ma ripeto: il dubbio tra le due soluzioni lo avrei.

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L’ho chiamato #ProgettoMiniMix ma ormai i nomi iniziano a scarseggiare, vedremo cosa inventarci per il futuro. È una macchina gradevole secondo me e abbastanza completa, per giunta in questo case c’è spazio per un secondo disco sul retro o per un lettore/masterizzatore DVD (come questo da 17€). Ha una potenza più sufficiente per moltissime attività e, grazie alla buona dotazione di RAM e un SSD, viaggia davvero spedito. Si accede in una manciata di secondi ed è sempre scattante e reattivo. Non ho realizzato i classici test con programmi di grafica o gaming perché li trovo fuori target per il prodotto, ma qualche piccola soddisfazione ce la si può togliere senza dubbio. Il computer rimane sempre abbastanza fresco pur avendo poco spazio all’interno e questo grazie all’enorme griglia sul lato sinistro (o superiore) del case. Questa è anche un po’ una piaga perché con i cavi colorati e nessun percorso nascosto, da alcune angolazioni si intravede un interno per nulla elegante. Però sottolineo la presenza di due supporti rimovibili (tenuti con 4 viti) che si fissano ai lati e alla base del case, su cui si incastra con una semplice rotazione la piastra VESA 100. Lo si può dunque posizionare in verticale o in orizzontale, ma anche avvitare direttamente dietro uno schermo e dimenticarsene. Io l’ho messo a nudo nelle immagini per evidenziare anche i suoi difetti ma dal vivo non è poi così male, specie se si posiziona per vedere solo il fronte o rimane addirittura nascosto.

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Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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