#ProgettoWinM2: il prezzo scende, le prestazioni salgono

Qualche mese fa un mio collega è arrivato in studio ed ha trovato una brutta sorpresa: il suo Mac Pro non partiva. Per meglio dire, partiva ma non dava nessun segnale a schermo. Tentando di avviarlo più e più volte, ad un certo punto qualcosa succedeva e poteva iniziare a lavorare sulle fotografie e i video. Ovviamente sarebbe stato opportuno mandarlo subito in assistenza, ma avendo delle consegne urgenti ha dovuto tirare avanti per quanto possibile, fino a quando anche il disco di boot non è stato più riconosciuto. A quel punto è stato necessario interpellare l’Apple Care ed ha dovuto spedire il computer in assistenza. Come già accaduto a me nella medesima situazione (questi computer, se sfruttati molto tendono a bollirsi), purtroppo non gli hanno offerto un Mac Pro sostitutivo ma tentato la riparazione. Se non si ha un Apple Store o uno dei centri autorizzati abbastanza vicini, questo significa perdere almeno 10 giorni di tempo, che nel pieno dell’attività sono tanti. All’inizio ha aspettato, gli avevano detto che erano le due GPU a non andare, ed era prevedibile, ma stranamente continuavano a rimandare. Vi anticipo subito che alla fine sono trascorsi ben 40 giorni, durante i quali hanno sempre prorogato la riparazione fino a quando hanno deciso di inviarne uno nuovo. Più precisamente uno dei loro ricondizionati pari a nuovo.

Già dopo i primi 5 giorni, però, Domenico mi aveva contattato perché voleva tentare la strada di un PC con Windows. Anche lui è lavorativamente legato alla suite Adobe ed è inutile ripetere quanto sia poco ottimizzata su macOS, in assenza dei CUDA Core delle GPU NVIDIA. Tempo fa aveva visto i risultati del mio #ProgettoWin e si era detto interessato a provare qualcosa del genere. Giusto per completare il quadro, stiamo parlando di una persona che usa Mac da sempre, che ha ancora in funzione PowerMac ed altri cimeli più datati nel suo studio. Tuttavia si è trovato a fare un ragionamento più che lecito, visto che l’iMac limita tanto nella scelta dei componenti e ha quegli schermi che sono sì un piacere per gli occhi ma nemmeno sono certo gli Eizo che lui usa per fedeltà cromatica e anteprima di stampa. Non ne ha fatto una questione di prezzo, d’altronde il bellissimo cestino era costato 5000€ solo 3 anni fa ed era ancora in ammortamento, per cui l’idea era di farsi più che altro una postazione prestante di backup, così da non ritrovarsi in difficoltà più che altro nel montaggio dei video. Per le foto, invece, è riuscito tranquillamente a tirare avanti col MacBook Pro collegato a due display professionali. I nuovi Mac Pro sono di là da venire e quindi da valutare, i vecchi attualmente non valgono l’investimento e l’iMac Pro… beh, diciamo che non è pensato per noi senza aprire nessuna discussione o polemica in merito.

Come spesso succede quando assemblo un computer per terzi, cerco di assecondare il più possibile non solo le ragioni ma anche i gusti di chi effettivamente ci mette i soldi e dovrà usarlo. La preferenza è andata all’accoppiata Intel + NVIDIA, ma con un case che non fosse troppo ingombrante. Non sarebbe stato troppo in vista secondo le previsioni di Domenico, per cui non era neanche necessario che fosse una grande bellezza. Spesso i fotografi hanno un’area aperta al pubblico dove un iMac fa la sua bella figura (lui ne ha 3 da 27″ per i ragazzi che lo assistono), tuttavia gran parte dell’attività importante avviene al chiuso dei laboratori, dove ci si può meglio isolare e concentrare, senza pensare all’ordine ma solo a produrre. In ogni caso ho cercato sempre di ottenere un risultato esteticamente dignitoso, pur senza investire moltissimo nel case. La dimensione ATX l’ho scartata a priori, ho valutato giusto qualcosa di micro ATX, ma sono mesi che ormai assemblo quasi esclusivamente su base mini ITX e lo trovo più soddisfacente quando uno slot PCIe e due banchi RAM risultino sufficienti, come in questo caso. In definitiva ho voluto seguire più o meno la strada del bellissimo #ProgettoWinITX ma con la potenza del primo su ATX, ottenendo un mix dei loro aspetti migliori. L’idea era di puntare all’ottava generazione di CPU Intel; ci sono stati però diversi problemi di disponibilità in quel momento (pure oggi non è che abbondino) e sommando questi alla fretta ed al risparmio avuto con una buona occasione sul top di gamma di settima generazione, la scelta è ricaduta su quest’ultimo. La cosa è interessante anche perché il primo #ProgettoWin era su Skylake, quindi oggi possiamo valutare un confronto progressivo con Kaby Lake, che a gennaio 2018 estenderemo a Coffee Lake. Ma andiamo al dunque elencando gli elementi principali della configurazione (alcune cose, come i dischi aggiuntivi per lo storage interno, li ha poi messi lui successivamente). Come sempre io segnalo i prezzi pagati al momento dell’acquisto, perché tanto mettere quelli di oggi sarebbe ugualmente impreciso visto che domani cambieranno. Almeno così potrete meglio capire le circostanze in cui questi abbiano influenzato la mia scelta.

Configurazione #ProgettoWinM2

  • 94€ CASE: Phanteks EVOLV ITX, è grande per la sua categoria ma lo spazio è sfruttato in modo eccellente, la costruzione molto buona e risulta ben pensato per un cable management ottimale. La finestra non era proprio voluta (esiste anche la versione in vetro temperato, volendo), tuttavia visto il prezzo non ci ho pensato due volte.
  • 78,99€ PSU: Corsair CS650M, con potenza più che adeguata di 650W e struttura semi-modulare, ha consentito una installazione comoda ed il mantenimento della silenziosità. È certificato 80 Plus Gold e pur non essendo il top mi sembra uno di quei prodotti che offre tanta sostanza al giusto prezzo.
  • 161,49€ MOBO: MSI Z270I Gaming Pro AC, super completa, con tante connessioni, buon audio, USB-C, Bluetooth e Wi-Fi/ac dual band. Ci sono anche dei LED posteriori (che si possono spegnere) e il connettore 4 pin se ne vogliamo aggiungere altri, controllabili tramite il software della scheda madre.
  • 319€ CPU: Intel Core i7-7700K, che preferisco sempre a quello liscio, anche se non si vuole spingere troppo in overclock. Sono inoltre le unità migliori e più resistenti allo stress termico prolungato, per cui più adatte ad attività impegnative.
  • 70€ CPU Cooler: Be Quiet! Dark Rock 3, un dissipatore meraviglioso, che non è certo regalato per il suo profilo termico ma risulta molto silenzioso e bellissimo da vedere (che con la finestra laterale è una cosa da considerare). Per una scheda madre ITX è grande e conviene sempre associarlo con RAM a basso profilo per avere totale flessibilità di orientamento. A seconda delle condizioni si può comunque montare in modo diverso, sia perché la ventola si può invertire sia perché, a seconda del flusso d’aria previsto, può persino essere meglio avere la ventola dal lato opposto della RAM.
  • 304,14€ RAM: Corsair Vengeance LPX 32GB DDR4 3000MHz, su cui gli ho fatto fare un buon affare acquistandole ad un prezzo che non si vede praticamente mai, effettuando l’ordine quando non erano disponibili. Spesso trovo di queste proposte per i backorder e le metto anche sul canale Telegram SaggeOfferte, che vi consiglio vivamente di seguire. Ad oggi con questo prezzo non si prendono neanche le 2400MHz, mentre le 3200MHz ora costano meno delle 3000MHz. Io assemblo computer dal 1996 e vi posso garantire che non c’è una categoria di prodotto il cui prezzo fluttua rapidamente come quello della RAM, che è seguita a ruota dalle GPU. La cosa che mi interessava di questo tipo di memoria è il profilo basso, anche se alla fine ho dovuto lo stesso montare la ventola del dissipatore dall’altro lato perché il Mac Pro non arrivava e ho dovuto mettere insieme il PC con mia RAM non Low Profile dal magazzino, in modo da rendere nuovamente operativo Domenico che aveva sempre più urgenza. È comunque arrivata poco dopo quella sua ed è bastato un attimo per sostituirla.
  • 527€ GPU: Zotac GeForce GTX 1080 8GB AMP! Edition, anche questa acquistata come non disponibile ma consegnata inspiegabilmente in 4 giorni. La Ti era fuori budget per il progetto e questa è comunque più che dignitosa. In più l’ho presa a un prezzo non facilissimo da spuntare oggi per una 1080. Vedo giusto questa alternativa, che però ha un design simil-reference con singola ventola che non tutti amano (a me piace, personalmente, specie se è proprio la Founders Edition).
  • 199,53€ SSD: Samsung 960 EVO 500GB M.2, che non ha bisogno di presentazioni essendo senza dubbio il disco M.2 più riuscito del mercato. Il PRO dà qualcosa in più in termini di sicurezza nel lunghissimo periodo ma qui si hanno ottime prestazioni (è NVMe) ad un prezzo abbastanza contenuto. In più c’è il vantaggio dell’installazione direttamente su piastra, consentendoci di non occupare una porta SATA e uno slot 2,5/3,5″ del case, oltre ad avere un cavo in meno e più velocità.
  • TOTALE speso: 1754,14€

Di alcuni componenti oggi i prezzi sono inferiori, ma sono di più gli aumenti: infatti si arriva a spendere quasi 200€ in più (trovate tutto in questa lista Amazon). Per questo si può magari pensare di aspettare la disponibilità per cambiare scheda madre e CPU con quelle Coffee Lake senza influenzare il resto:

Assemblaggio molto facile grazie al case ampio e con tanto spazio posteriore per la gestione dei cavi. L’unico elemento che può dare un po’ di rogne ai principianti è il dissipatore, in quanto è di quelli adattabili a quasi tutti i socket e quindi è composto di tanti pezzi da montare nell’ordine giusto. Internamente ci sono aree che rimangono vuote, in particolare a destra della scheda madre, ma con questa composizione è difficile fare di meglio visto che vi è supporto per GPU fino ad una lunghezza di ben 33cm. È comunque utile per distribuire comodamente i cavi ed arieggiare, dando libero sfogo alla ventola da 200mm (bianca) presente sul fronte. Questa l’ho configurata per viaggiare ad un regime davvero minimo quando il computer è in idle o a basso sforzo, ma anche in attività moderata non si sente visto che muove tanta aria per le sue dimensioni (va comandata in modalità DC, non essendo PWM). Molto apprezzata la presenza di apposite coperture (shroud) per la zona in cui si trovano i cavi in uscita del PSU e anche per l’alimentazione della GPU, così il tutto rimane piuttosto pulito.

Tra le altre cose interessanti segnalo tanto spazio in alto per ventole o radiatori, intercapedini ovunque per fissare i cavi, due strisce di velcro sulla dorsale centrale, raccogli polvere estraibile in basso, due cassettini posteriori per dischi da 3,5″ ed un supporto aggiuntivo per SSD sul retro. Passiamo ora ai benchmark, iniziando come al solito da quelli sintetici.

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Il primo che eseguo è Geekbench, ormai diventato uno standard de facto per una veloce analisi della CPU. Il risultato è molto interessante, perché vede i7-6700K, i5-7600K e i7-7700K in perfetta sequenza in single-core. Passando al multi-core, invece, l’i7 con 4 core e 8 threads della sesta generazione supera i 4 core secchi dell’i5 di settima generazione.

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Sempre GeekBench consente di effettuare un test sulla GPU, sia su piattaforma OpenGL che CUDA (su Mac e con le AMD appare invece Metal). Qui la progressione è totalmente lineare, ed effettivamente il passaggio tra le ultime due è coerente essendo la 1070 e la 1080 due scalini della stessa generazione. La prima invece è una 980 Ti, quindi è di fascia superiore ad entrambe (l’equivalente attuale è la 1080 Ti) ma ottiene di meno essendo di una generazione più vecchia. Confermo però la mia impressione sulla sua validità anche in una build fiammante: è facile spuntarle usate a 300€ e per chi lavora al computer è un’ottima soluzione in budget visto che al medesimo prezzo nel nuovo si compra al più una 1060 6G con prestazioni inferiori sia su OpenGL che CUDA.

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Con Cinebench R15, lo sfruttamento dei vantaggi riscontrati nel multi-core dalla CPU i7-6700K rispetto la i5-7600K portano il computer più vecchio a superare il più giovane, anche se la GPU è risultata essere inferiore. Anche questo è un aspetto da tenere conto nel bilanciamento dei componenti.

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LuxMark conferma questo trend e consegna all’accoppiata i7-6700K + 980 Ti un vantaggio non trascurabile anche sull’i7-7700K + 1080 liscia. La mia impressione è che, per la nuova generazione di GPU, NVIDIA si sia focalizzata esclusivamente sul massimizzare i risultati con la tecnologia proprietaria CUDA. Ecco perché alcuni test di “potenza bruta” che non la considerano possono dare un risultato simile. Difatti, quando ho assemblato il primo #ProgettoWin ho scelto la 980 Ti in luogo della 1080 (la 1080 Ti non era ancora stata presentata) proprio perché avevo notato da diverse parti un risultato simile (gaming a parte). Ma cosa succede nel mondo reale?

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Il mio regno di interesse è quasi tutto in casa Adobe, seppure io abbia sempre più voglia di differenziare negli ultimi tempi. Così come ho smesso di dare ad Apple l’esclusiva per computer e smartphone quando i suoi prodotti non mi hanno più accontentato al 100%, la stessa cosa voglio fare adesso per Adobe, in quanto il suo livello di ottimizzazione software è scandaloso, specie su macOS. Photoshop è comunque il software che uso di più in assoluto, credo persino più del browser o della posta elettronica. È quello su cui ho basato la mia formazione primordiale nel mondo della grafica e che ho insegnato per diversi anni, per cui fatico davvero ad avvicinarmi ad applicazioni in cui cambi anche solo una shortcut, un procedimento o una logica di approccio. Non potevo dunque iniziare che da lui per mettere alla prova questo computer.

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Qui si inizia a leggere tutto al contrario, nel senso che un valore più basso è migliore. Il test che realizzo è una procedura in batch abbastanza complessa applicata su 10 immagini consecutivamente, apertura e salvataggio inclusi. Photoshop ribadisce l’importanza di una CPU con più threads possibili, ecco perché l’unico del trittico ad avere solo 4 core secchi soffre in confronto a quelli con 4 core e 8 threads.

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Continuiamo in ambito imaging con Lightroom, dove valuto sia l’applicazione di modifiche sui RAW che la successiva esportazione. A differenza di Photoshop, in questo caso si ritorna ad una progressione più lineare tra i tre, che vede l’i5 più moderno superare il vecchio i7, mentre l’ultimo top di gamma si distanzia bene soprattutto nell’importazione ed esportazione.

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Concludiamo questa analisi con Premiere Pro, nel quale si ritorna ad avere un vantaggio maggiore avendo gli 8 threads. Si può infatti notare che l’i5-7600K soffre rispetto le rivali, ma anche la riduzione di potenza della scheda grafica può avere il suo impulso. Ci sarebbe da testare lo stesso processore con una GPU di fascia più elevata per una doppia verifica, ma io credo che qui la differenza sia tutta nella CPU. Nel rendering in tempo reale della timeline, invece, nessuno dei tre computer vacilla. Sono riuscito tranquillamente a lavorare con clip 4K con LUT e modifiche cromatiche senza avere drop frame.

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Giusto per non essere troppo Adobe-addicted, è opportuno provare in ambito video pure un software che sta facendo sempre più proseliti. Mi riferisco a DaVinci Resolve, arrivato da poco alla versione 14. Ho rifatto i test sui precedenti computer (che avevo provato con la 12.5) e così ho potuto verificare il chiacchierato miglioramento nell’ottimizzazione, che effettivamente c’è. Standard Candle è una progetto piuttosto impegnativo per la GPU, infatti nemmeno le migliori sono riuscite ad offrire un rendering real time di 24fps puliti nelle operazioni più complesse; tuttavia si riesce a notare chiaramente il guadagno ottenuto dai computer con CPU e GPU più recenti. In testa c’è proprio il #ProgettoWinM2, che ha ben distanziato il #ProgettoWinITX, mentre il primo #ProgettoWin non sta molto più indietro.

Domenico sta usando questo computer da oltre un mese ormai, periodo nel quale non mi ha mai contattato per nessun tipo di problema. Diciamo che questo me lo aspettavo, non consegno computer che non passino tutti i miei rigorosi test di stabilità ed efficienza. Ieri, però, subito prima di iniziare a scrivere, l’ho contattato io per chiedere un feedback. La risposta è stata molto chiara e semplice: ha ricevuto il Mac Pro sostitutivo e l’ha messo in vendita. Ecco cosa mi ha detto:

Uso il nuovo come postazione di lavoro e non ho nessuna intenzione di ritornare al Mac Pro. Il mio non è un abbandono ad Apple, se cambierà qualcosa vedremo il seguito, ma al momento ho trovato un workflow ottimo, migliore accesso dei file in rete e maggiore velocità operativa. Continuerò sicuramente ad usare questo computer.

Insomma, il #ProgettoWinM2 era nato come backup, pensato come sostituto da tenere in panchina per le emergenze, ma alla fine si è guadagnato la maglia di titolare. Per chi fosse interessato, questa è la roadmap dei prossimi computer in lavorazione e test:

  1. #ProgettoAMD (quasi sicuramente entro dicembre 2017)
  2. #ProgettoWinSmart (inizio gennaio 2018)
  3. #ProgettoWinM3 (fine gennaio/inizio febbraio 2018)
Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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