Recensione: Skullcandy HESH 3, cuffie Bluetooth Over-Ear economiche ma di sostanza

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Il 2017 di SaggiaMente si è concluso con una discreta carrellata di cuffie Bluetooth di alta fascia, almeno per quel che riguarda le mie recensioni. Ci sono state le JBL Everest Elite 700, le Bose QC35 II, le Bower & Wilkins PX, le Sony MDR-1000X e WH-1000XM2, nonché le B&O Play H7 e H9. Avevo promesso anche il test delle Beats Studio3 Wireless ed arriverà, devo solo trovare il proverbiale bandolo della matassa per iniziare le prime righe di quella che si annuncia una recensione controversa. Nel frattempo, però, c’era un’altra domanda frequente a cui volevo dare risposta: Maurizio, ma è possibile che provi sempre modelli dai prezzi impossibili?

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Ormai lo sapete che per le cuffie ho un vero e proprio debole, seppure non sia indirizzato nel campo dell’audiofilia. Immaginate un piatto che faccia girare un bel vinile, un amplificatore di qualità, un groviglio elegante di cavi, cuffie con filo di fascia alta ed un buon bicchiere di Porto sorseggiato in poltrona di fronte al caminetto. Beh, non deve essere per forza questa l’attrezzatura in gioco, ma di certo mi piacerebbe trovarmi nel quadretto appena descritto. Non prendiamoci in giro, però, perché uno scenario simile è diametralmente opposto a quello in cui oggi si ascolta la musica. Intorno a noi è facile vedere chi fa partire un video di YouTube ed usa l’altoparlante dello smartphone sparato al massimo o magari i pessimi auricolari che si trovano in dotazione. Già indossare un paio di cuffie solo “decenti” è un mezzo miracolo. Dopotutto si sa che nel paese dei ciechi chi ha un occhio solo è re, ma è meno noto che il detto rimane valido anche parlando di orecchie.

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Senza voler scomodare investimenti importanti, stabilire una filiera audio in cui ogni elemento sia ben bilanciato con l’altro già porta a risultati apprezzabili. Non per forza serve un file audio lossless, ad esempio, perché pur partendo da un banale MP3/AAC da 320Kbps su uno smartphone che abbia un discreto DAC (consiglio LG V30), delle cuffie cablate da meno di 100€ offrono un ascolto piacevolissimo e con un qualità che mi azzardo a definire “buona”. Ma siete sicuri che è quel che volete? Non è che per caso preferite la comodità del Bluetooth? O magari c’è il rischio che una riproduzione davvero bilanciata vi risulti persino piatta e priva di appeal? E la comodità? Quanto è importante per voi che una cuffia sia davvero leggera ed ergonomica? E deve essere fine ed elegante oppure vistosa?

Quel che intendo dire è che un’esperienza d’ascolto soddisfacente non rappresenta un dato di fatto, un qualcosa che si può misurare a suon di dB, Hz ed Ohm, perché ci sono tanti altri elementi da considerare, non da ultimi le orecchie ed i gusti personali. Ma ritorniamo sul tema principale, ovvero cuffie Bluetooth di buona qualità e con padiglioni over-ear che non costino una fortuna. E non credete che si tratti di una cosa talmente impossibile.

Di certo la risposta non sono le cuffie cinesi che si trovano in offerta su Amazon tutti i giorni. Suvvia, non mi fate elencare le marche, sono quelle che copiano l’estetica dei modelli famosi ma ci mettono dentro l’elettronica di Topolino. Per qualche ragione, però, hanno quasi sempre recensioni positive. In realtà il segreto è semplice: nessuno ci capisce qualcosa di audio, me compreso. Per cui basta che le prime 20 persone a cui regalano le cuffie dicano che suono buone e gli altri seguiranno a ruota. Almeno quelli che si erano fatti convincere dalle recensioni lette nei vari marketplace… per fortuna c’è anche chi le evita fin da principio.

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Se guardiamo ai brand più famosi, è certamente vero che si paga il marchio, la pubblicità, il design e persino il packaging più raffinato. Ma non è solo questo, per fortuna. Almeno non per i prodotti migliori. Esiste una via di mezzo, una in cui naviga un nome come Skullcandy. L’azienda statunitense è relativamente giovane se comparata ai grandi pilastri della musica, ma ha subito messo in campo i giusti valori: pochi fronzoli e tanta sostanza. Non è stata “buona la prima”, questo va detto, ma piano piano stanno affinando il tiro ed ogni cuffia che realizzano è effettivamente migliore della precedente. Prendete le Hesh, che erano cablate e piuttosto grossolane nel primo esemplare, hanno perso il filo nel secondo ed ora si propongono con una terza generazione che ha ulteriormente perfezionato il tutto.

Le foto che avete visto finora dicono quasi tutto della loro struttura, e questo è allo stesso tempo un pregio e un difetto. La dotazione è scarna, con il solo cavo di ricarica ed uno da 3,5mm per l’uso da spente o a batteria scarica. Cavo che, per giunta, non ha neanche i controlli volume. La struttura è semplice, senza metallo al di fuori del rivestimento sull’archetto, e non vi è una custodia o sacca da trasporto pur essendo facili da mettere in borsa con i padiglioni ripiegati. Il design è forse un po’ anonimo, al di fuori della livrea rossa che vedete qui, infatti i modelli in nero e blu passano piuttosto inosservati e sono – forse – più gradevoli. Il Bluetooth si accoppia ad un solo dispositivo per volta e i controlli, tutti sul padiglione destro, sono solo quelli del volume (che tenendo premuto mandano anche avanti e indietro le tracce).

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Il clic è un po’ duro per via del rivestimento in gomma, ma funzionano bene. Il microfono per le conversazioni telefoniche c’è e si sente chiaramente al chiuso, ma è uno solo e non vi è funzionalità di riduzione del rumore, per cui all’esterno, col vento, se ne pagano le conseguenze. Non c’è Noise Cancelling se ve lo state chiedendo, ma l’isolamento acustico offerto dalla sola meccanica è davvero molto valido. Le Skullcandy Hesh 3 tralasciano ogni aspetto che possa renderle davvero premium, sia nella forma che nella sostanza, ma lo fanno con un’integrità ammirabile. Tutto il superfluo è stato messo da parte e sembra che l’azienda si sia posta l’obiettivo di arrivare solo lì dove queste caratteristiche fossero apprezzate.

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I padiglioni sottili nascondono driver inclinati da 40mm ed hanno dei cuscinetti ben sagomati, morbidi ed al tempo stesso avvolgenti. La forcella che li sorregge offre una libertà di movimento adatta a garantire un calzata comoda e il loro peso semplicemente non si sente. In cima hanno un piccolo pad rivestito che le fa poggiare comodamente sul capo e l’archetto si estende con scatti precisi ed un’ampiezza tale da soddisfare ogni testa.

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Si estendo e si piegano senza cedimenti o scricchiolii, anche se le cerniere sono in plastica e quindi eviterei di maltrattarle solo per testarne la resistenza. Sulle orecchie calzano bene, con una dimensione ottimale che garantisce anche un isolamento di buon livello. L’unico aspetto che trovo migliorabile è la loro rigidità, poiché stringono sulle orecchie di chi ha una testa… beh, diciamo “importante”. A me dopo una ventina di minuti davano un po’ fastidio, ma dipende tanto dalla conformazione del viso. Inoltre questa sensazione di costrizione è stata sempre inferiore nel corso dei giorni, per cui non bocciatele subito se siete di quelli che le sentiranno un po’ strette alla prima calzata: per alcuni lo sono davvero, ma dategli tutto il tempo del rodaggio affinché loro si adattino a voi e voi a loro.

A dispetto di una struttura gradevole ma che può sembrare un po’ sottotono e poco scintillante, il profilo audio è stato studiato per piacere. I due driver spingono forte ed il suono è sufficientemente spazioso, con una chiara predilezione per i bassi. Non potrei direi che siano potenti e corposi senza però riportare anche una certa carenza di definizione in certi brani, specie al volume più elevato. Si favorisce certamente più il pugno che la carezza, ma non sono in pochi ad archiviare questo aspetto nella colonnina dei pro. Direi, con la consapevolezza che al mio palato sia più vicino ad un contro, che in tal senso assomigliano un po’ alle Beats. La riproduzione delle frequenze medie è poco sacrificata dalla predominanza delle basse, mentre le alte salgono su con buona dinamica e chiarezza convincente. È un sound che non riesco ancora a riconoscere facilmente tra tanti, ma che ammicca al buon ascolto e lo fa con discreto successo.


Personalmente continuo ad avvertirle un po’ più stringenti di quanto non ami, ma ormai non avverto più fastidi notevoli anche con lunghe sessioni. Certo non sono un quanto come le Bose, ma la struttura è evidentemente ben disegnata anche se realizzata con materiali decisamente non premium. Potreste facilmente trovare abbondante alluminio e metallo in cuffie più a buon mercato, ma se i soldi sono andati lì è facile che vi sia meno attenzione alla qualità interna. Non voglio dire che queste HESH 3 siano chissà quale miracolo, dopotutto Skullcandy è anche un brand di tendenza oltreoceano, però credo che abbiano bilanciato bene i vari aspetti realizzato un modello che è semplicemente efficace.

Conclusione

Se volete che vi dica che queste cuffie valgono più di quanto costano non potrò accontentarvi. Semmai sono le altre – tante altre – che costano decisamente più di quanto dovrebbero. Le Skullcandy Hesh 3 non hanno riduzione del rumore attiva, controlli touch, un design molto originale o una dotazione super completa. Sono cuffie, semplicemente cuffie, che si indossano con piacere e si usano comodamente come daily driver. Personalmente avrei preferito avessero dei bassi più contenuti e secchi, ma credo sia evidente che il loro profilo abbia più possibilità di conquistare le orecchie delle masse. L’azienda ha puntato sicuramente su questo ma non ha neanche tralasciato del tutto il resto. Il sound c’è, la qualità non manca e l’ergonomia è ben superiore a quella dei prodotti cheap. Si può fare di meglio, non c’è dubbio, ma in questa fascia di prezzo non credo.. almeno per quel che ho provato finora. Secondo me hanno centrato l’obiettivo e, seppure non siano perfette, rientreranno di sicuro nella mia ristretta rosa di consigli in fascia da 100€. Area dove, per giunta, queste sono le uniche over-ear Bluetooth che trovo interessanti. Il prezzo in Italia (tasse incluse) è di circa 130€ ma con i movimenti a cui siamo abituati e le segnalazioni delle SaggeOfferte Tech, è capitato di pagarle anche 90€, ma già 110€ sono un buon prezzo. Nel complesso mancano di alcune finezze che a mio modo di vedere hanno un valore importante, perché sono tanti gli aspetti che potrebbero essere migliorati, ma a quel punto sarebbero forse costate 100€ di più entrando in competizione diretta con prodotti decisamente più attrattivi per nome e sostanza. L’idea di rimanere al di sotto ma senza tralasciare gli aspetti più importanti della qualità, la ritengo assolutamente vincente. Dimenticavo una cosa: la batteria è data per 22h che onestamente non raggiungono, ma a 18 ci si arriva facile ed è una bella comodità.

PRO
+ Struttura semplice ma gradevole
+ Cuscinetti ampi e comodi
+ Leggerissime
+ Driver da 40mm con una bella spinta
+ Comandi forse troppo semplici ma di comodo utilizzo
+ Qualità audio più che dignitosa e sopra la media per la fascia di prezzo
+ Batteria di buona durata
+ Si possono ascoltare bene anche da spente utilizzando il filo
+ Bassi pompati e alti ben riprodotti
+ Voce guida (in inglese) chiarisce i vari stati
+ Buon rapporto qualità/prezzo

CONTRO
- Il cavo non ha controlli di volume e di riproduzione
- Tendono ad essere un po’ stringenti sulle teste più voluminose
- Quasi interamente di plastica

DA CONSIDERARE
| La prevalenza delle frequenze basse non piace a tutti e qui non sono neanche precisissimi

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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