HomePod in Italia: prime impressioni, come acquistarlo e funzionalità abilitate

Avevo un piano, un’idea precisa sul da farsi che si basava sulla discrezione. Neanche agli amici avevo detto di aver acquistato un HomePod, perché sapevo che renderlo pubblico avrebbe richiesto la pubblicazione di un approfondimento o una recensione. Il mio progetto per questo dispositivo era completamente diverso e infatti non ne ho parlato neanche in redazione. Volevo sfruttare l’anticipo guadagnato grazie all’acquisto in UK per usare l’HomePod senza apprensioni. Volevo godermelo, insomma, come un qualsiasi appassionato di musica e di tecnologia; avendo il tempo per fare confronti, valutare la qualità audio e le potenzialità smart. Da notare l’ordine delle parole, niente affatto casuale. Ho già chiarito il mio punto di vista su questo prodotto che Apple stessa ha progettato e concepito prima di tutto per la musica e solo secondariamente come un avatar di Siri. Chiunque mi segua da un po’ sa che non è insolito che io provi i prodotti Apple prima dall’arrivo in Italia (è successo da poco con Apple Watch 3 LTE), ma questa volta il piano prevedeva l’anonimato. Volevo studiare il prodotto, capirne i limiti e le potenzialità, e solo dopo parlarvene approfonditamente.

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A far saltare i piani sono state le tante domande ed osservazioni che ho letto basate su ciò che si trova in rete. In particolare, e mi dispiace dirlo, a creare confusione sono spesso gli youtuber. E la colpa non è neanche loro, perché è questo che vuole il pubblico. I video di successo sono fatti con TITOLI IN MAIUSCOLO, affermazioni roboanti, stroncature e promozioni, prodotti recensiti in 2h per arrivare prima degli altri a prescindere dalla qualità dei contenuti. Come chiunque stia usando l’HomePod da pochi giorni, non ho risposte certe su tutto ed eviterò di parlare di ciò su cui ho dei dubbi, però c’è già materiale per un bel Q&A che potrà essere arricchito in seguito ad altre scoperte o futuri sviluppi.

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HomePod in Italia: quando e come averlo

Non c’è ancora una data di arrivo prevista ma è stato annunciato in Francia e Germania per la primavera, quindi vuol dire che se arriverà in Italia sarà sicuramente in un periodo successivo. A fare da freno c’è principalmente Siri, l’assistente vocale che per avere senso su HomePod deve fare molto di più di quel che fa oggi su iPhone. In sintesi si tratta di attendere e non è detto che sia un male. L’esperienza di Apple TV, venduta fin da subito in Italia ma con le funzioni di Siri disattivate, suggerisce che forse è meglio aspettare di avere il pacchetto completo piuttosto che rischiare di averlo monco per sempre. È facile che Apple abbia in programma di portarlo da noi e in tanti altri paesi entro il 2018, ma nel frattempo possiamo benissimo usare l’HomePod acquistato in altre nazioni a patto di impostare Siri in Inglese. La più vicina a noi è l’Inghilterra, per cui si può acquistare per £319 nell’Apple Store UK utilizzando un servizio di dropshipping come JackDeliveries, che crea una casella postale sul suolo inglese a nostro nome per riceverlo e poi ce lo rispedisce comodamente a casa.

Come si configura

Se si compra l’HomePod in UK servirà un adattatore come questo per collegarlo alla corrente. In realtà il cavo si stacca usando una discreta forza ma il connettore è proprietario, quindi non si trova nulla con cui sostituirlo in commercio. Forse dopo l’arrivo in Italia gli Apple Store potrebbero vendere il pezzo di ricambio originale, ma non è detto. Per la configurazione basterà avvicinarsi con un iPhone per vedere apparire una maschera simile a quella per il primo setup degli AirPods (recensione).

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Il procedimento guidato è molto semplice ed è tutto in italiano, sintomo che la localizzazione è già in corso. Durante i vari passaggi ci viene richiesto in quale ambiente sarà localizzato della nostra casa e viene proposto un abbonamento ad Apple Music se non lo si possiede già (io non lo uso e l’ho saltato, non è obbligatorio).

Una delle maschere prevede l’attivazione di Siri, per la quale al momento si può può scegliere solo la lingua inglese nelle varie declinazioni: Stati Uniti, Regno Unito, Australia. È quindi necessario un dispositivo iOS per attivarlo, esattamente come avviene per Apple Watch. HomePod non nasce per l’uso con Android ma è pensato come una estensione dell’ecosistema di Cupertino: inutile prenderlo in considerazione se non si capisce prima di tutto questo aspetto. È chiuso come tanti altri prodotti realizzati da Apple per i propri utenti, non c’è nulla di nuovo di cui stupirsi o lamentarsi. Il mercato offre moltissime alternative per chi adopera PC Windows o smartphone Android, HomePod non è per loro.

Dove si trovano le impostazioni e come si aggiorna

Una volta terminata la procedura potrebbe sembrare di non aver modo per controllare l’HomePod poiché non c’è un’app dedicata. Lo speaker andrà a posizionarsi all’interno della nostra Casa ed è lì che si troverà l’icona corrispondente. Le opzioni prevedono, sinteticamente, nome e luogo di installazione, account collegato, funzionalità Siri con lingua e voce, oltre ad alcune preferenze di privacy ed accessibilità. Nella stessa maschera si potranno eseguire gli aggiornamenti firmware quando saranno disponibili.

Limiti di Siri su HomePod e rischi per la privacy

HomePod si abbina ad un solo Apple ID e non distingue le voci di differenti persone. Questo è un limite effettivo in quanto in un ambiente con più utilizzatori i dati di riferimento per musica, ma anche messaggi, faranno capo ad un unico account. A parte le implicazioni di natura pratica, perché altre persone non potranno ad esempio leggere i propri messaggi, ci sono quelle relative alla privacy: chiunque potrà leggere i nostri e persino mandarne se l’iPhone è nelle vicinanze. Per questo in fase di setup viene richiesto se si vogliono attivare o disattivare richieste di natura personale e converrà negare l’autorizzazione per ragioni di privacy a meno di non accettarne le possibili implicazioni negative. A tal proposito è bene chiarire un altro aspetto: le funzionalità di Siri su HomePod che si agganciano allo smartphone funzionano solo se questo ha la medesima lingua impostata per Siri (non necessariamente quella di tutto il sistema).

Per cui se si lascia lo smartphone in Italiano tali opzioni verranno comunque precluse. L’unica cosa che non mi è chiara è perché Apple non preveda di poter modificare tale impostazione anche dopo la prima attivazione, speriamo che provvedano nel prossimo update perché sarebbe potenzialmente utile potere attivare le richieste di natura personalmente temporaneamente, magari anche in base alla localizzazione (se solo noi siamo in prossimità dello speaker). Il sistema di riconoscimento è progettato in modo tale da eseguire la maggior parte delle operazioni in locale e non va a mandare tutto quello che ascolta online. Vi è anche la possibilità di non condividere i dati statistici con Apple al fine di tutelare ulteriormente la nostra privacy. Allo stesso modo Siri su HomePod è progettata per avere alcuni limiti a livello di automazione, in quanto non può aprire una porta per ovvi motivi. Tuttavia può essere usata per cambiare la temperatura del termostato, tanto per fare un esempio, quindi è comunque opportuno che lo speaker sia in un luogo non raggiungibile al controllo vocale di altri.

Quali sorgenti può usare l’HomePod

Così come un iPhone non scambia i file via Bluetooth, l’HomePod non può ricevere streaming audio da sorgenti esterne se non con AirPlay. Ciò ribadisce il concetto iniziale per cui non è un prodotto nato per entrare in concorrenza diretta con tutti gli speaker o gli smart speaker che popolano il mercato da anni ma per completare la casa smart degli utenti Apple.

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Grazie ad AirPlay (la cui versione 2 arriverà con un prossimo update per supportare anche il multiroom) può comunque essere usato come uscita audio per ogni dispositivo Apple, inclusa la Apple TV ed escluso l’Apple Watch (almeno per il momento).

UE Boom 2 vs HomePod

Oltre a questo, l’HomePod può pescare da sé la musica in completa autonomia appoggiandosi a tutti i servizi Apple. Apple Music è il primario ma non è obbligatorio in quanto può riprodurre contenuti dalla libreria iCloud, iTunes Match ed anche i podcast di iTunes. Non c’è al momento un modo per effettuare “richieste con la voce” legate ad altri servizi, Spotify compreso, ma si potranno utilizzare come sorgente sempre con AirPlay a patto di controllare la riproduzione direttamente dal telefono o dal computer.

HomePod vs Harman/Kardon Aura Plus

Come è fatto HomePod

Confermo l’impressione di molti relativamente alla sua compattezza: a vedere le foto lo si immagina più grande. Con i suoi 17,5cm è persino più basso di uno speaker portatile come l’UE Boom 2 ed è molto più piccolo di un Harman / Kardon Onyx Studio o Aura. Il cilindro è ricoperto di una griglia di tessuto (non è metallo) che fa un po’ temere per lo sporco nella versione di colore bianco. In cima vi è un disco touch che include un display a colori. Questo può avere una rappresentazione grafica di Siri durante il riconoscimento (che si può disattivare) ma non ha informazioni di stato o riproduzione. Durante l’ascolto appaiono due icone +/- per controllare il volume (ma si può fare anche con la voce) e si può tappare al centro per il play/pausa o per attivare Siri.

Rovina i mobili?

Alla luce di quanto emerso recentemente è normale porsi questa domanda. Personalmente lo tengo su un mobile bianco laccato da prima che venisse fuori tale questione e mi sembra tutto perfetto. Apple ha comunque confermato che alcune superfici e trattamenti possono creare reazioni chimiche con la base di HomePod, ma su questo davvero non so esprimermi. Magari si è davvero sbagliato qualcosa in fase di realizzazione oppure è una cosa abbastanza comune ma fa notizia solo se c’è di mezzo Apple. Solo il tempo potrà dircelo ma nel frattempo consiglio di controllarlo frequentemente così potete spostarlo all’insorgenza dei primi fiebili segni.

HomePod vs Harman/Kardon Onyx Studio 4

Come suona HomePod

Bene, se non addirittura benissimo per un ascolto casual considerando dimensioni e prezzo. Come nel caso degli AirPods – che tutti definivano cari prima di accorgersi che gli auricolari True Wireless di altri produttori costano anche il doppio – riesce ad offrire una qualità superiore rispetto a prodotti analoghi. Grazie all’array circolare di tweeter ed al sistema di analisi dell’ambiente (che funziona in automatico senza che si debba far nulla), il suono ha senso spaziale ottimo ed un volume importante. Siamo sempre nel range tipico di uno speaker wireless progettato per lo streaming, ma l’esperienza d’ascolto è appagante anche per chi ha un orecchio abbastanza allenato. I bassi non li ho trovati pompati ma equilibrati, forse per la posizione in alto del subwoofer, l’unica cosa che non mi convince al cento per cento è l’esposizione delle frequenze medie, che risultano un po’ povere di presenza. Per la sua categoria e tenendo in considerazione prezzo e dimensioni, lo posiziono al vertice delle mie preferenze.

Vale la pena acquistare un HomePod?

Come sempre, la risposta a questa domanda non esiste, almeno non in senso oggettivo. Di certo se lo si acquista ora lo si deve fare con lo spirito dell’early adopter, in particolare per chi ha sede in Italia, dunque è più una scelta di cuore che di testa. A me sta piacendo moltissimo, pur con le limitazioni della lingua, e devo dire che mi capisce sorprendentemente bene pur non avendo io una grande pronuncia o conoscenza della lingua inglese. Per altro non bisogna gridare o essere particolarmente vicini per far partire il riconoscimento con Ehi Siri e se si sta riproducendo musica ad alto volume lui la abbassa temporaneamente per ascoltarci meglio. Non ho avvertito la sensazione di un prodotto immaturo ma semplicemente quella di uno non ancora nativo per l’Italia. Per quanto riguarda le limitazioni delle sorgenti di ascolto, ribadisco ancora una volta che il mercato offre milioni di alternative, inutile prendersela con l’HomePod se non vogliamo l’HomePod. Personalmente, da utilizzatore di dispositivi Apple, ho comunque trovato più pratico questo del mio Sonos Play::1, che non non supportando AirPlay ti costringe ad usare solo i servizi per cui ha un’app dedicata (per i podcast, ad esempio, non potevo usare la mia). Aggiungo un’ultima chicca interessante: selezionando l’HomePod come uscita audio per una Apple TV recente, questo ci darà anche la possibilità di controllare volume e riproduzione. Potremo utilizzare i classici play/pausa ma anche mandare avanti di 5 minuti, tanto per fare un esempio, cosa che risulta ancora più rapida che con il telecomando.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.