Google Immagini è più rispettoso del copyright

Avendo lavorato per anni come web designer ho vissuto sulla mia pelle i danni creati dalla ricerca di Google Immagini nella percezione degli utenti. Quando dicevo ad un cliente che c’era da fare una foto o comprarla su uno dei tanti siti di microstock, la risposta era sempre: prendila da Google. Il servizio in sé era e rimane eccezionale, specialmente la ricerca per similitudine che aiuta molti fotografi a scoprire se il loro lavoro è stato impunemente trafugato, ma se si vede una foto o un’immagine nella ricerca, non vuol dire che si possa usare. Le fotografie possono avere un copyright e il servizio di Google rendeva difficile accorgersene per via della comodissima funzione di apertura diretta del contenuto. Direttamente dai risultati della ricerca, si poteva infatti arrivare all’URL originale dell’immagine per scaricarla, aprendola in una nuova pagina del browser. Questo comportamento danneggiava tutti, dai creatori dei contenuti agli stessi utilizzatori del servizio, che potevano rischiare azioni legali da parte dei detentori dei diritti. I privati o i siti di pesci piccoli, come possiamo esserlo noi, non avrebbero avuto la forza di opporsi a Google senza il rischio di uscirne svantaggiati nelle ricerche, ma Getty Images è riuscita ad ottenere un accordo che tutela entrambe le parti.

Da qualche giorno il sistema di ricerca per immagini ha perso il pulsante di apertura automatica dei contenuti e richiede necessariamente l’apertura della pagina che li ospita se si intendono scaricare. L’utente dovrà fare un passaggio in più ma in questo modo potrà verificare la fonte e controllare che non vi siano rischi nell’utilizzo che vorrà fare di quella fotografia. Sotto ad ogni immagine ingrandita, appare anche un ulteriore testo che ricorda la possibile presenza di copyright che ne limita l’utilizzo a terze parti.

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Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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