Quando anche la pubblicità mostra che è necessario rallentare la frenesia da rilascio

L’avrete visto in questi ultimi giorni fare il giro delle principali testate internazionali. Mi riferisco alla nuova pubblicità Apple dedicata al Face ID di iPhone X che mostra il sistema di riconoscimento facciale in azione durante diversi scenari. Uno spot simpatico che centra l’obiettivo, come gran parte delle produzioni marketing di Cupertino. Se non fosse per un piccolo problema, oserei dire quasi insignificante, che diventa tuttavia grande quando sei l’azienda con la più alta capitalizzazione al mondo nonché una delle più ammirate sul fronte tecnologico. Prima di procedere, però, date un’occhiata al video se non l’avete già fatto.

Notato qualcosa di strano attorno a 0:51? Se non ci avete fatto caso, è normale. Avviene tutto così rapidamente che ci vuole un occhio di falco per accorgersene. Quello che ha avuto Benjamin Mayo di 9to5Mac nel segnalare su Twitter il bug grafico durante la visualizzazione della notifica ricevuta. In sostanza, la transizione grafica dalla sola segnalazione “bloccata” al messaggio completo è fuori sincrono, con la comparsa del testo che precede di qualche istante l’ingrandimento del riquadro della notifica che fa da sfondo. Il seguente frame probabilmente fa capire meglio cosa s’intende (The Verge ha creato anche una GIF animata nel suo articolo). Il bug era stato segnalato mesi fa dallo stesso Mayo sulla piattaforma Radar di Apple, senza risoluzione nel frattempo.

La prima domanda che salta subito in mente è anche quella più ovvia: com’è possibile che un bug del genere (per giunta già segnalato da tempo) sia finito all’interno di una pubblicità ufficiale, dove l’attenzione al dettaglio dovrebbe – e sembra – essere fondamentale? Non mi sento di mettere in croce Apple per questa piccola svista. Dietro ad ogni contenuto multimediale ci sono esseri umani e c’è un fisiologico margine di errore. Potremmo pure aggiungerci un’altra semplice considerazione, ovvero che il bug sia in fondo così sciocco da non richiedere una modifica in post-produzione per rimuoverlo. Plausibile, se come ho già osservato nel primo paragrafo non stessimo parlando di Apple. Ogni sua mossa è scrutinata minuziosamente, alla ricerca di un qualsiasi fattore positivo o negativo su cui intavolare discussioni. E di certo, nell’eventualità, l’azienda guidata da Tim Cook vuole che si tratti di blooper positivi. Per questo sono propenso alla semplice disattenzione, perché sanno che cose come queste saltano inevitabilmente all’occhio della comunità più attenta, com’è appunto successo.

Il problema vero è la situazione circostante: iOS è stato spesso messo in discussione negli ultimi tempi, anche qui dal sottoscritto e non solo, per un percepito calo della qualità. Ritrovare i bug persino nella pubblicità non è certo incoraggiante, anzi. Aumenta ancor di più i dibattiti sulla questione, oltre a dare un assist indesiderato ai più strenui detrattori della piattaforma. Insinua dubbi sull’intero operato del team iOS e sul controllo qualità, facendo apparire la situazione fuori controllo quando in realtà è più che lecito pensare che non lo sia. Mi piace per questo vederla sotto un’altra prospettiva. Una testimonianza visiva di quanto sia necessario rallentare la frenesia del rilascio, dando quanta più priorità all’aspetto qualitativo e tecnico invece che quantitativo e commerciale. Critica che, voglio sottolinearlo ancora, non rivolgo solo ad Apple ma un po’ a tutte le aziende del settore: ad esempio, venerdì è emerso lato Google un problema ben più grave sui Pixel XL di prima generazione, che da Android 8.1 richiedono in fase di ricarica molta più corrente di quella necessaria nonché erogabile dall’alimentatore. Superfluo dire che, se messo alle strette, come bug preferisco tenermi quello ben più banale di una animazione imperfetta piuttosto di uno che può causare danni fisici al dispositivo. Ma in un mondo ideale nessuno dei due dovrebbe esserci.

Ritornando ad iOS, la buona notizia è che stando alle recenti indiscrezioni di Mark Gurman il rischio di ritrovarsi questi errori nelle pubblicità dovrebbe ridursi sensibilmente, ritrovando un gradito focus sull’ottimizzazione e rinviando al momento opportuno le novità non pronte invece d’inserirle alla prima occasione per poi ritrovarsi a correggerle. Relativamente al video attuale, invece, è possibile che Apple decida di modificarlo rimuovendo il bug. O anche no. In fondo, apparire imperfetti non è un peccato capitale ma la normalità.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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