I servizi potrebbero diventare entro i prossimi 5 anni la maggior fonte di guadagni per Apple

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A dispetto del vecchio nome Apple Computer, per molto tempo l’azienda di Cupertino aveva cercato di non ancorarsi al solo settore dei computer. I primi tentativi, a partire dallo sfortunato Newton, non ebbero però il successo sperato. Fu il ritorno di Jobs, dopo aver salvato Apple tirandola di fatto per i capelli, a permettere il compimento di questa transizione multi-prodotto, col culmine raggiunto a gennaio 2007 quando in occasione del primo iPhone la ragione sociale divenne semplicemente Apple Inc. Oggi conosciamo una mela più diversificata che mai, attiva in numerosi settori e servizi. Proprio questi ultimi sembrano essere destinati a compiere un grande salto di qualità.

Secondo un’analista di Morgan Stanley, Katy L. Huberty, la cui nota è stata ripubblicata da Business Insider, entro i prossimi 5 anni saranno i servizi a diventare la forza trainante delle trimestrali di Cupertino. Benché resti attualmente la maggiore fonte d’introiti, l’iPhone inizia ad accusare fisiologici segni di rallentamento nella crescita, seguendo in generale la tendenza alla stabilizzazione che sta coinvolgendo il mercato smartphone. Al contempo, iCloud e gli altri servizi continuano a progredire con un buon ritmo, raggiungendo già alcuni mesi fa dimensioni comparabili a quelle di un’azienda della classifica Fortune 100. Secondo la Huberty, i margini di miglioramento sono davvero molto ampi.

Il nocciolo della questione sarebbero i ricavi annui per utente/dispositivo: al momento la cifra media viene quantificata sui $30. Moltiplicata per tanti milioni si raggiungono cifre di tutto rispetto, ma altre realtà raggiungono numeri ben più alti. L’esempio maggiore è Netflix, che col solo servizio video ricava mediamente circa $120 annui ad abbonato. Una cifra che nelle proiezioni i servizi della mela potrebbero essere in grado di raggiungere o quasi. Affinché ciò avvenga, dovrà crescere l’utilizzo delle soluzioni a pagamento. Nonostante stia acquisendo sempre più sottoscrizioni, Apple Music ancora riguarda solo il 2,9% dell’utenza globale dotata di ID Apple attivo. Ci si aspetta molto anche da Apple Pay, la cui adozione resta lenta. Il quadro che ne viene tratto è di una situazione pronta ad esplodere, inteso in senso positivo, all’avverarsi delle giuste condizioni.

Le previsioni di Morgan Stanley sul futuro di Apple sono molto ambiziose: al termine dell’anno fiscale 2022, i servizi ne costituiranno nettamente il fulcro, con gli indossabili come Apple Watch al secondo posto e gli iPhone spostati verso un ruolo di gregari di lusso. Una sfida importante, già colta da Tim Cook, non solo come crocevia dei prossimi sviluppi di Apple ma pure nel contesto della sempre più forte rivalità con altri giganti del calibro di Amazon e Google, altrettanto attivi su molti fronti.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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