Siri è uno dei più grandi problemi attuali di Apple, secondo alcuni ex-dipendenti

Da gioiello della corona nel settore degli assistenti virtuali, recentemente Siri ha invece assunto una posizione ritenuta da molti subordinata rispetto alle principali rivali, ovvero Amazon Alexa e Google Assistant. Non di rado sull’argomento si leggono critiche anche piuttosto pesanti nei confronti di Apple, che non starebbe mantenendo il passo adeguato a far evolvere Siri. La staffetta tra Eddy Cue e Craig Federighi richiederà ancora del tempo per far vedere i suoi eventuali frutti e il lancio di HomePod ha paradossalmente aumentato la pressione su Apple anziché ridurla, dovendo fronteggiare altri prodotti come Echo, da più tempo sul mercato e maggiormente affinati. Stando al report su The Information (paywall; free via MacRumors), alcuni ex-dipendenti Apple che hanno lavorato per Siri non solo la ritengono allo stato attuale un problema, ma anche uno dei più grandi.

I guai per Siri sembrerebbero avere origine già dal periodo di lancio, nel 2011. Sotto l’effetto novità e l’avanzamento tecnologico percepito pubblicamente, si nascondeva una battaglia interna al team di sviluppo in quanto l’assistente non era ritenuta pronta per il debutto insieme all’iPhone 4s. A livello esecutivo, Siri ricadeva sotto Scott Forstall, che a sua volta per la gestione era coadiuvato da un altro dirigente Apple, Richard Williamson. Il destino di Forstall da lì ad un anno è storia nota, con l’addio di Williamson seguito nemmeno un mese dopo. Proprio quest’ultimo sarebbe stato ritenuto da vari membri del team una figura controversa, spingendo per uno sviluppo di Siri più progressivo, dalla cadenza annuale. Williamson respinge le accuse, sostenendo che le problematiche del servizio fossero esclusivamente responsabilità degli sviluppatori. Più lusinghiera è invece l’opinione che gli ex-impiegati intervistati hanno su Forstall, ritenuto un elemento trascinante per tutto il gruppo.

La situazione odierna sarebbe dunque il risultato di una serie di errori di lungo corso, cui non si starebbe ancora ponendo rimedio nonostante le dichiarazioni stampa di Apple che difendono la bontà di Siri. L’integrazione con prodotti di terze parti attraverso SiriKit è sta avviata nel 2016, tardivamente rispetto ai piani originali, e rimane piuttosto incompleta nonché limitata nel suo raggio d’azione. Anche la presenza in HomePod è stata per diverso tempo dubbiosa: nonostante il progetto fosse internamente in sviluppo già da diverso tempo, il team di Siri ne venne a conoscenza solo nel 2015, dopo che Amazon aveva lanciato da alcuni mesi il suo smart speaker. Il lancio di HomePod senza funzionalità di assistenza personale era considerato tutt’altro che un’ipotesi remota.

Almeno per il momento, l’approfondimento di The Information sembra lasciare poche speranze di miglioramento a breve termine per Siri: l’opinione prevalente è che Apple non dia ancora il giusto focus ai servizi, al di là delle apparenze ufficiali. Se però abbiamo un po’ imparato a conoscere come agiscono e soprattutto reagiscono in quel di Cupertino, le potenzialità tecniche, ancor prima che finanziarie, per recuperare ci sono sempre, pure quando il divario dai competitor appare piuttosto ampio. Vedremo prossimamente, magari proprio nel keynote inaugurale di WWDC 2018, se Craig Federighi sarà riuscito a trovare la chiave giusta per il rilancio di Siri.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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