Nuove CPU Intel di ottava generazione in arrivo, con i9 a 6-core anche sui portatili

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L’ottava generazione di chip Intel non rappresenta certo una innovazione dal punto di vista tecnologico, essendo un secondo affinamento del processo produttivo a 14nm inaugurato con Broadwell, tuttavia rischia di risultare la più interessante per gli utenti rispetto agli ultimi 4 anni. Il motivo principale è l’aumento di core, che ha portato ad avere CPU da 6-core già negli i5 e fino a 6-core/12-threads nell’i7 più pompato che abbiamo conosciuto con il #ProgettoCaffeina. Con un annuncio odierno, il chipmaker di Santa Clara ha espanso la propria lineup di CPU Coffee Lake, presentando nuovi processori intermedi e basso consumo di classe desktop e tutta una serie destinata al mobile, che prevede in cima alla gamma anche un i9 a 6 core. Questo modello, l’unico in cui il moltiplicatore è sbloccato per l’overclocking, prevede il suffisso HK, mentre tutti gli altri hanno almeno 4-core e quindi non sono più chiamati HQ come in passato ma semplicemente H.

 

Interessante il TDP di 45W, che apre a scenari possibili per portatili ad altissime prestazioni ma compatti, come il Dell G3 15″ appena annunciato (fino ad i7-8750H e GTX 1060 partendo da $749). Lato desktop è interessante anche l’ampliamento dei chipset per le motherboard, che ora comprendono anche i modelli H370, Q370, B360 e H310 che vanno ad affiancare lo Z370 già lanciato lo scorso mese di ottobre. Tutti i chipset, tranne il Q370, sono disponibili per le configurazioni consumer, mentre per quelle corporate possono godere solo di H370, Q370 e B360. Tutti i nuovi chip sono basati sulla tecnologia Platform Controller Hub (PCH), pensata in origine per i processori Cannon Lake che, ad oggi, devono ancora vedere la luce.

Infine, Intel ha anche creato un nuovo brand dedicato alle configurazioni OEM che montano di default i processori Coffee Lake e le memorie Optane: Core i5+, i7+ e, ovviamente, i9+. Ricordo che la soluzione adottata da Intel è simile ad una cache, che però non si è mai dimostrata effettivamente migliore di un SSD puro per il boot del computer. Con la nuova ottimizzazione, invece, sarà possibile sfruttare queste velocissime NAND anche per il boost di un HDD meccanico, come quello relativo ai dati, ottenendo una soluzione simile a quella del Fusion Drive di Apple.

In attesa di vedere se e con che configurazioni i prossimi Macbook Pro possano essere dotati del nuovissimo i9, vi rimando all’immenso commento tecnico di Anandtech per gli approfondimenti del caso.

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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