Recensione: Nest Learning Thermostat di terza generazione, il più bello e intelligente

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Prima ancora che l’acquistasse Google, Nest si era guadagnata un ruolo di primo piano per i termostati intelligenti, anzi potremmo dire che ha inventato questa tipologia di prodotti nella seconda era della domotica. Parlo di quella in cui non servono più predisposizioni, tracce, costosi impianti e tecnici navigati, perché chiunque abbia uno smartphone può cimentarsi. Certo, mi sarebbe piaciuto che ci si fosse accordati per rispettare dei protocolli comuni, come Z-Wave o ZigBee, mentre moltissimi prodotti per la smarthome oggi usano Wi-Fi e Bluetooth. Il vantaggio è la compatibilità universale e anche che non serve un gateway aggiuntivo oltre al router wireless di casa, ma si dovrebbe fare di più per aderire ad un unico standard. Si potrebbero così adoperare reti mesh con antenne a più bassa emissione anche nei prodotti consumer, ma purtroppo ogni produttore tende a fare di testa propria e anche le piattaforme simili spesso non dialogano tra loro per via di personalizzazioni piuttosto spinte. Un esempio è il diffusissimo bridge delle Philips Hue che. pur essendo basato su ZigBee. non consente di associare qualsiasi dispositivo di terze parti in modo corretto. A farne le spese siamo noi, perché per quanto tutti i prodotti siano piuttosto semplici da configurare è facile trovarsi con la necessità di usare diverse app che non comunicano. I sistemi come HomeKit stanno provando a metterci una pezza, ma sono ancora allo stato embrionale in termini di automazione, con scene elementari di cui ci si stanca presto perché offrono davvero poche opzioni e non si trova ogni tipologia di prodotto oltre ad esserci poca concorrenza e varietà. Le soluzioni “intelligenti” esistono, perché con poca spesa si può mettere in piedi un gateway semi-universale con un banale raspberry e Domoticz oppure Home Assistant, con bridge software ed eventuali dongle USB (per Z-Wave) così da far parlare la stessa lingua a prodotti diversi per tecnologia e produttore, ma ritorniamo così in una nicchia, fatta di persone con le competenze, la passione ed il tempo per sporcarsi le mani e sperimentare. Molti di questi sono SaggiUtenti che popolano la sezione #smarthome dello Slack di SaggiaMente (dove vedo fare cose che anche io fatico ad emulare). Qualunque sia la piattaforma finale, scegliere prodotti altamente diffusi e supportati è una garanzia, poiché questi sono i primi ad essere integrati in ogni sistema di terze parti e non si rischia che rimangano isolati perché un servizio, un plugin o i sempre più diffusi assistenti vocali non li riconoscano.

Quando ho deciso di installare un termostato intelligente nella mia abitazione mi sono affidato a Netatmo, poiché al tempo era più supportato nel mercato europeo essendo la ditta di origine francese, mentre oggi il Nest Learning Thermostat non è solo ottimizzato elettronicamente per il nostro paese ma ha anche una rete di distribuzione e supporto capillare. Ho infatti sfruttato la sezione di assistenza del loro sito per contattare un tecnico specializzato, che entro pochi giorni è venuto a domicilio per eseguire l’installazione. Il packaging del prodotto si presenta bene ma soprattutto è completo di quasi tutti gli elementi che possono risultare utili, comprese le viti, la mascherina da parete ed un guida rapida all’installazione. Sostanzialmente il prodotto è diviso in due parti: c’è l’Heat Link e poi il termostato vero e proprio. Il primo è un gateway – il cervello di tutto – mentre il secondo è quello che contiene l’interfaccia di controllo, il display ed i vari sensori per temperatura, umidità e luce ambiente, oltre a quelli di prossimità sia a corto che a lungo raggio (più avanti ne capiremo l’utilità).

Il termostato di Nest è sostanzialmente compatibile con tutte le caldaie e questa volta ho deciso di far fare tutto all’installatore, che lo ha configurato e messo in opera in meno di un’ora. A seconda dell’impianto, l’Heat Link può essere configurato in diverse modalità, ma la cosa più semplice è stata quella di collegarlo direttamente alla caldaia nel suo vano esterno oltre che alla presa di corrente con un normale cavo di alimentazione. Da qui al termostato si può arrivare con due cavi per un semplice contatto pulito oppure in modalità wireless, il cui unico limite è quello di posizionare il Nest Learning Thermostat entro un raggio di circa 30m dall’Heat Link. Volendo procedere con i cavi si possono riutilizzare gli stessi che arrivavano al precedente termostato, per cui qualsiasi modalità si sceglie non si dovranno fare ulteriori cablaggi rispetto quelli pre-esistenti.

L’unica cosa da tenere a mente è che anche al termostato è opportuno fornire la corrente, seppure abbia una propria batteria tampone interna. Nella confezione si trova un cavo microUSB ed un piccolo alimentatore, ma nelle installazioni a parete può essere una soluzione scomoda. È invece ideale per chi lo voglia mettere altrove, magari in un ambiente in cui la valutazione della temperatura sia più coerente con quella effettiva, cosa che non sempre succede se lo si sostituisce ad un vecchio termostato di una casa un po’ datata, dove tipicamente veniva installato in luoghi termicamente inadatti, come ad esempio il corridoio. Nel mio caso specifico, per meglio dire nella casa dei miei genitori, il termostato precedente stava in una zona di passaggio della cucina (aperta), per cui ho provato per prima cosa a lasciarlo nel suo posto. La soluzione trovata dall’installatore è stata molto semplice, in quanto nei pressi del termostato era presente una cassetta di derivazione dove è stato semplice arrivare per attaccarlo alla rete elettrica.

Se invece si volesse usare il termostato altrove e non a parete la soluzione sarà più semplice, perché si potrà gestire facilmente il cavo microUSB di alimentazione, ma servirà un supporto da scrivania. Purtroppo questo non è incluso nella confezione (infatti l’ho definita “quasi completa”) e richiede un esborso aggiuntivo di 39€. Se volete rimandare l’acquisto potete comunque farlo, verificando prima le alternative di installazione e, al limite, si può sempre optare per un supporto compatibile risparmiando una decina di euro. Il termostato è davvero molto bello ed è costruito con materiali eccellenti e rifiniture ottime. La sua forma circolare è ormai diventata iconica e l’anello d’acciaio inossidabile che lo circonda restituisce una gradevole sensazione di lussuosità. A seconda dei propri gusti o dell’ambiente in cui si deciderà di installarlo, si possono anche scegliere le tre varianti di colore opzionali – nero, bianco o rame – che non incidono sul prezzo finale.

Alla prima accensione il sistema ci condurrà attraverso un rapido wizard per collegarsi all’Heat Link e configurare il tutto. Il metodo di navigazione è semplice e solo all’inizio può sembrare poco intuitivo perché siamo troppo abituati ad avere tutto touch. Lo schermo LCD circolare ha una densità di 229 PPI ed un diametro di 53mm, per cui risulta ampio e ben leggibile, ma non si usa come uno smartphone. La cornice d’acciaio inossidabile serve per muoversi tra i menu (sinistra/destra o alto/basso a seconda delle circostanze), mentre per la conferma bisogna schiacciare il termostato come un pulsante fisico. Ci si abitua piuttosto in fretta a questo sistema e risulta abbastanza comodo grazie ad una interfaccia curata e ricca di icone descrittive. Il primo setup serve per mettere in funzione il tutto, associando anche un account Nest al sistema, ma non si scende troppo nel dettaglio. Questo ci consente di essere immediatamente operativi e di scoprire le varie funzionalità aggiuntive con tutta calma, accedendo alla configurazione direttamente dal termostato o dall’app, ma anche da qualsiasi browser per avere una visione più estesa e completa.

Le prime 12h dopo l’installazione la temperatura rilevata nell’ambiente non era corretta ma riportava almeno 4/5° in più di quella effettiva. Pensavo ad un malfunzionamento ma credo sia dipeso dal fatto che l’unità si riscalda maneggiandola finché non la si installa. Piano piano, al ritmo di circa 1° ogni due ore, la temperatura si è allineata a quella reale, misurata con un termometro ambientale a mercurio. Il funzionamento è diviso principalmente in due branche, una dedicata al riscaldamento e l’altra all’acqua calda. Per quest’ultima sono pre-configurate due fasce orarie in cui il sistema entra in una sorta di modalità “turbo”, grazie alla quale la temperatura sale molto più rapidamente. Si consuma qualcosina in più ma si ottiene un comfort decisamente superiore; ad esempio la mattina, mentre ci si prepara, oppure quando si cucina. Volendo si può disattivare ma ho constatato che consente di dimezzare il tempo necessario a far uscire l’acqua calda da quando si apre il rubinetto ed è una comodità a cui non ho voluto rinunciare.

Rispetto al temostato di Netatmo quello di Nest si propone con un sistema di gestione molto più vasto e completo, nonché più comodo da amministrare tramite la sua interfaccia web. Si può effettuare una programmazione vecchio tipo, definendo manualmente gli orari di attivazione o spegnimento con un target di temperatura, ma la cosa davvero interessante è il sistema Nest Sense. Questo è attivo di default e comprende una serie di strumenti basati sul machine learning con una IA capace di valutare l’efficienza del nostro impianto di riscaldamento, di misurare il tempo di reazione affinché si raggiunga la temperatura desiderata, di capire se eventuali raggi solari diretti aumentano erroneamente la temperatura rilevata dal termometro e, soprattutto, di gestire una programmazione del tutto automatica. Come ogni sistema “intelligente” non si può sapere esattamente la sua logica di funzionamento, ma i principi essenziali sono estremamente chiari e vengono raccolti in una pagina delle impostazioni con la possibilità di attivarli o disattivarli singolarmente.

Fondamentalmente l’auto programmazione richiede meno di una settimana per capire le nostre necessità, valutate sulla base degli interventi manuali che faremo ed incrociandoli con i parametri ambientali riscontrati sia all’interno che all’esterno dell’abitazione (questi ultimi sono ricavati dal meteo e non effettivamente misurati). Per farla breve, se la prima mattina attiveremo i riscaldamenti impostandoli a 20° mentre fuori ce ne sono 10, appena si presenteranno condizioni simili nella stessa fascia oraria il sistema riproporrà la medesima temperatura. Se noi andremo a correggerla se lo ricorderà e cercherà di capirne il perché: magari la temperatura interna era già buona oppure era il weekend ed eravamo fuori casa… qualsiasi elemento dei tanti che il sistema “conosce” di noi contribuisce a creare questa auto programmazione. Alle prime battute mio padre era piuttosto scettico ma dopo meno di una settimana si è trovato con un sistema che gli offriva sempre la temperatura ideale e che molto spesso mostrava nel display una fogliolina, sintomo che si viaggiava con consumi ridotti per un risparmio energetico ottimale.

Un altro elemento interessante è la possibilità di definire un comportamento in base alla rilevazione della nostra posizione, effettuata attraverso l’app su smartphone (sia Android che iOS). In sostanza il sistema potrà capire quando siamo a casa e quando fuori casa, effettuando delle variazioni sia sul funzionamento del termostato che sull’acqua calda. È un’automatismo che può essere utile in alcune circostanze ma non per tutti. Dipende da quante persone abitano effettivamente la casa, quante di queste siano agganciate al sistema, dalle abitudini e dagli orari lavorativi. Mio padre è un insegnante in pensione e fa i suoi giri quotidiani ma ritorna abbastanza presto a casa e quindi non aveva senso che si intervenisse ogni volta sull’attività del termostato, per cui abbiamo mantenuto tale funzione disabilitata.

Prima di pubblicare questa recensione abbiamo voluto testare il sistema per il più lungo tempo possibile, in modo da valutarne l’effettivo impatto. Nel mese di marzo abbiamo effettivamente registrato un consumo inferiore rispetto alla media ottenuta col precedente cronotermostato ma è il comfort ad essere nettamente migliorato. Oltre a spendere di meno la casa è risultata più accogliente, come se andasse a prevedere le esigenze degli abitanti. È questo che dovrebbe fare un sistema smart e devo dire che in tal senso il Nest Learning Thermostat si è rivelato sorprendentemente semplice e al tempo stesso efficace. Interessante anche il fatto che con l’arrivo di Google Home in Italia si possono ora impartire dei comandi vocali agli assistenti di Google per intervenire sul termostato, anche se il sistema è ancora in fase di miglioramento e può gestire solo pochi aspetti.

Hey Google, imposta la temperatura a 20°

Un piccolo elemento di comfort lo aggiunge anche lo stesso schermo del termostato, che può essere configurato per mostrare le informazioni che più si preferiscono. Lo stesso si spegnerà completamente quando non c’è nessuno dell’ambiente e poi avrà due livelli di interazione. Se, ad esempio, lo impostiamo per mostrare ora e data, appena il sensore a lungo raggio noterà la presenza umana in lontananza inizierà a mostrare l’ora in modo chiaro e leggibile anche a distanza. Se ci si avvicina un po’ il termostato se ne accorge per via del secondo sensore di prossimità che reagisce alle distanze minori ed aggiungerà informazioni secondarie come il giorno e la data.

Conclusione

Il Nest Learning Thermostat non ha solo soddisfatto le aspettative ma è andato ben oltre offrendo una perfetta risposta alle esigenze di riscaldamento e di fornitura dell’acqua calda, con un’esperienza d’uso ottimale. A tutto questo si aggiunge il bellissimo design del termostato, che impreziosisce l’ambiente e fornisce informazioni utili per gli abitanti della casa. Il sistema di controllo è semplice ed intuitivo, con pochi semplici controlli nella maschera principale, ma si può andare molto in profondità nella personalizzazione, consentendo un costante affinamento delle performance nel tempo. L’integrazione con i sistemi per la smarthome è molto vasto e, oltre a tutto l’ecosistema Nest e Google, che comprende ormai numerosi apparati per la domotica, si integra con le principali piattaforme trasversali, come ad esempio IFTTT. Attraverso il sito del produttore si può acquistare al prezzo di 249€ e si possono reperire in modo semplice tutti gli aiuti all’installazione, compresa una fitta rete di professionisti esperti. Tuttavia si possono anche trovare delle occasionali promozioni da distributori terzi, infatti oggi costa 199€ su Amazon. Il prezzo è più o meno in linea con quello di prodotti concorrenti, forse leggermente più elevato rispetto ad alcuni, ma alla terza generazione di termostati Nest ha raggiunto una maturità del suo sistema di auto-programmazione che lo vede in cima alla classifica per efficienza e completezza, inoltre sfoggia quello che è senza dubbio il miglior design sia in termini di estetica che di controllo e qualità costruttiva. Siamo certamente di fronte al miglior prodotto della sua categoria il cui unico limite, ad oggi, è la mancanza di integrazione nativa con HomeKit per l’ecosistema Apple. Tuttavia l’app per iOS è efficiente e completa e fintanto che l’HomePod non sarà disponibile in Italia (e in italiano), può essere comunque più comodo questo con i comandi vocali dei dispositivi Google Home.

PRO
+ Costruzione eccellente, ottimo design e varianti cromatiche
+ Ampio schermo utile per la consultazione
+ Possibilità di controllo direttamente dal termostato
+ Semplice da configurare ma ricchissimo di impostazioni aggiuntive
+ Flessibilità di installazione per adattarsi ad ogni esigenza
+ Sistema di programmazione intelligente molto funzionale
+ Integrazione con tutto l’ecosistema Google/Nest
+ Integrazione con i principali sistemi di terze parti
+ Ottima funzione per velocizzare la disponibilità di acqua calda
+ Possibilità di controllo completo anche via web
+ Assistenza telefonica e tramite il sito

CONTRO
- Non c’è ancora il supporto nativo per Apple HomeKit
- Nella confezione manca il supporto da scrivania

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.